OSIMO – «Tanta rabbia oggi nel sapere che un nostro concittadino osimano, cacciatore, ha ucciso a fucilate un falco, un lanario, vanificando il duro lavoro che viene svolto ogni giorno da persone che si occupano del progetto di ripopolamento di questo magnifico falco ormai sull’orlo dell’estinzione». Lo ricordano così, in tanti, anche sui social.
Si chiamava Calogero, liberato a luglio, grazie al progetto di ripopolamento finanziato dal “Life Lanner” ed era ormai diventato autonomo e indipendente. Gli ultimi punti gps erano arrivati in corrispondenza di una villetta nel territorio osimano dove è stato trovato poi morto.
La proprietaria di un’abitazione limitrofa all’area di interesse lamentava l’assidua presenza di cacciatori che sparavano regolarmente vicino alla sua proprietà e nello stesso terreno non è stato difficile trovare decine di cartucce maleducatamente abbandonate, compreso un colombaccio abbattuto e non recuperato, probabilmente a causa della presenza degli operatori impegnati nella ricerca.
Trovata la carcassa, si è subito proceduto con gli accertamenti, che hanno confermato la presenza di pallini da caccia nel corpo dell’animale.
«Credo che alla base di questi atti criminali ci sia tanta ignoranza, disinformazione e crudeltà – dice un’animalista -. È impossibile confondere un falco con un’altra specie cacciabile. Purtroppo, ci sono cacciatori che pur essendo consapevoli che alcune specie siano protette, sparano ugualmente, convinti di non essere scoperti o pensando di non subire conseguenze».