ANCONA – Dovrebbe essere definito entro il mese in Consiglio dei ministri un piano per sanare le irregolarità interne delle abitazioni. Nelle intenzioni del governo da quanto apparso sulla stampa ci sarebbe la volontà di regolarizzare difformità e irregolarità strutturali che interessano ancora molte abitazioni. Ne parliamo con Stefano Capannelli, presidente dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Ancona.
Secondo uno studio del Consiglio nazionale degli ingegneri quasi l’80% del patrimonio immobiliare italiano presenta difformità o irregolarità strutturali relative soprattutto a lievi modifiche, “storture” che oggi non risultano più sanabili a seguito della cosiddetta “doppia conformità” che non consente la sanatoria di molti interventi eseguiti ormai anni fa.
«Non essendo ancora noto il testo ci riserviamo un’analisi accurata quando questo sarà uscito – dice Capannelli – ma intanto dalle anticipazioni apparse sulla stampa sembrerebbe che l’orientamento sia quello di sanare le lievi difformità presenti nell’edificato già esistente, come ad esempio un balcone o una camera spostati, un cambio di destinazione d’uso».
Il presidente degli ingegneri dorici fa notare che si tratta di difformità che «complicano la compravendita di tanti immobili che quindi restano bloccati e non riescono ad arrivare sul mercato». Insomma, «una norma utile se si limita a correggere le lievi difformità, permettendo di sbloccare la vendita degli immobili» attualmente arenati nella doppia norma.
Capannelli ricorda che il piano in via di presentazione «non è il primo condono della storia, in passato ne sono stati fatti altri: il primo fu nel 1985, il secondo nel ’94 e l’ultimo nel 2023. Si trattò di veri e propri condoni edilizi, mentre l’orientamento attuale dovrebbe puntare, con il piano casa, a favorire l’ingresso sul mercato degli immobili per abbassare affitti e costi di compravendita. Un piano – prosegue – che porterà nelle casse dello Stato delle risorse importanti».
Per gli ingegneri dorici eliminare la doppia conformità «rappresenta una semplificazione notevole. L’auspicio – conclude – è che non si tratti di immobili vincolati».