Ancona-Osimo

Ancona, i ribelli del G7: «Ma quale salute? Noi sfruttati e in guerra. Ecco perché protestiamo»

La campagna "Not on my body" entra nel vivo: mobilitazione annunciata per 9, 10 e 11 ottobre. Interessate piazza Cavour e via Corridoni, convegno pure al Cinema Azzurro

Campagna contro il G7 Salute

ANCONA – Campagna ˊNo G7ˊ, il collettivo Not on my body ha organizzato il corteo dal titolo ˊFuori il profitto dalla saluteˊ. Pronti per la mobilitazione di venerdì (11 ottobre), alle 17, in piazza Cavour.
Altre iniziative di rivolta si terranno pure il 9 ottobre (per «l’aborto libero, sicuro e gratuito nel mondo»), il 10 ottobre, sia al Cinema Azzurro sia davanti alla sede della Provincia. Il 9, alle 16.30, appuntamento davanti al Pediatrico Salesi di via Corridoni, con il fine di «chiedere la piena applicazione della legge 194 in Italia». L’annuncio, con una nota stampa in cui si attacca duramente il G7 Salute che entrerà nel clou domani. Alcune delegazioni, intanto, sono già arrivate in città.

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«I 7 Grandi s’interessano alla nostra salute. Ne siamo sicuri, visto che per loro la salute rappresenta un mercato dai profitti stratosferici, garantito dal più infame dei ricatti: quello sulla vita e sulla stessa sopravvivenza fisica. I nostri corpi sfruttati in condizioni di lavoro sempre più precarie, sottoposti a ritmi di produzione sempre più stressanti, inseriti in un ambiente saturato dall’inquinamento fossile, espropriati dei diritti e dei bisogni fondamentali, durano di meno, si rompono».

E ancora: «Quando i corpi si ammalano, finiscono nell’altro circuito di sfruttamento, quello delle big-pharma, delle cliniche private, delle compagnie assicurative, dei baroni della sanità. I corpi vengono trucidati e menomati anche nelle guerre, quelle stesse guerre che i 7G producono ed alimentano a garanzia degli interessi geo-politici ed economici e per assicurare introiti miliardari alle industrie delle armi e della produzione bellica. Il genocidio del popolo palestinese, l’uccisione di medici e sanitari nei territori occupati, il bombardamento degli ospedali, che i Paesi del G7 hanno scelto di coprire rifiutandosi di intraprendere qualsivoglia iniziativa di contrasto, fanno parte del bagaglio che i ministri della salute porteranno al vertice di Ancona, dove parleranno delle politiche di prevenzione e dell’approccio one health alla salute nel mondo».

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«Il monopolio sui farmaci assicurato dai brevetti, che esclude dalle cure primarie intere popolazioni e taglieggia i redditi delle fasce sociali meno garantite, continua ad essere una roccaforte protetta da rigide normative internazionali e pesanti sanzioni. Le conquiste ottenute dopo lunghi cicli di lotte sul versante dei servizi sanitari pubblici sono ovunque oggetto di diffusi processi di privatizzazione, promossi attraverso mirate politiche di gestione delle risorse e di smantellamento dei servizi. Nel nostro Paese la situazione è drammatica: le liste di attesa, la dismissione dei consultori e delle strutture di prevenzione territoriali, sono solo la punta dell’iceberg, il riscontro violento della demolizione del servizio sanitario pubblico, che oramai ha oltrepassato ogni livello di guardia».

Proseguono gli organizzatori del corteo: «Il vertice del G7 sulla salute, che si terrà in Ancona il 9,10 e 11 ottobre, al di là della propaganda e delle acrobazie comunicative, servirà a confermare e rilanciare quelle politiche globali di sfruttamento, privatizzazione e devastazione ambientale che ci sottraggono la salute e ci fanno pagare la malattia. In quegli stessi giorni in Ancona dobbiamo dire e fare altro. Semplicemente perché la nostra salute, nel suo più ampio significato, è troppo importante per essere ridotta alla fanfara dell’ennesimo carrozzone mediatico del G7. ˊNot on my bodyˊ non è solo uno slogan: è una scelta di campo, è la prima frase di un altro discorso sulla salute, a cui nei giorni del vertice possiamo e vogliamo dare voce, pensiero ed azione. Fuori dal palcoscenico delle finzioni, devono esserci le persone reali, con i bisogni e le rivendicazioni che nascono da condizioni materiali di vita sempre più insostenibili. Facciamo questo percorso insieme, perché la nostra forza è proprio nei corpi che si uniscono, che scelgono di rompere l’isolamento, di oltrepassare la soglia di casa e del luogo di lavoro per prendere parola sul proprio futuro».