Ancona-Osimo

Ritocchi ai prezzi di bar e ristorazione, ma le Marche restano una meta turistica tra le più economiche

Per una pizza margherita anche 9 euro. Le associazioni di categoria evidenziano i rincari nella filiera della fornitura di alimenti e bevande. «Ritocchi fisiologici legati all'inflazione»

ANCONA – Una bottiglietta d’acqua da mezzo litro al bar può costare fino a 1,50 euro, mentre per il caffè 1,30 euro. Succede nella Riviera del Conero, ma i rincari non risparmiano neanche le altre località balneari delle Marche, con la stagione turistica che entra nel vivo. A farsi più salati non solo solo acqua e caffè, ma anche i gelati, per un cono medio si arriva a spendere 3.50 euro, con cialda senza glutine 4 euro.

In lieve aumento anche i prezzi nella ristorazione: per una frittura di calamari e gamberi al ristorante si possono sborsare fra i 20 e i 25 euro, per un arrosto 24 euro, per una grigliata anche 25 euro. Per quanto riguarda i molluschi: per un sauté di cozze o per le cozze al gratin si possono spendoere intorno ai 14 euro, ma il costo può crescere fino a 16 euro nel caso dei moscioli selvatici di Portonovo, presidio Slow Food e piatto identitario della tradizione anconetana. Per un antipasto di mare completo si può spendere invece fino a 25 euro.

Sempre tra Portonovo e le altre località della Riviera del Conero il costo di una pizza margherita può arrivare a 9 euro, quello di una frutti di mare a 14 euro. Insomma, la pizza non rappresenta più quell’alternativa economica per chi vuole concedersi un pasto al ristorante senza eccedere nella spesa.

Parla di «ritocchi fisiologici legati all’inflazione» il direttore di Confcommercio Marche Massimiliano Polacco il quale evidenzia che «i prezzi delle forniture sono aumentati a causa dell’inflazione che ha toccato l’11-12% nel 2023 e si riverbera nel 2024, ma sono comunque contenuti sotto il 3%. Le acque imbottigliate di alcuni fornitori sono raddoppiate – spiega – così come le birre. Per quanto riguarda i balneari parliamo di ritocchi nei prezzi. In ogni caso le Marche sono una meta molto più economica di altre regioni, dove i prezzi l’anno scorso erano raddoppiati».
Polacco aggiunge: «Stiamo controllando l’aumento di filiera – spiega – nonostante i rincari dei fornitori. I nostri commercianti si stanno accollando una parte degli aumenti della filiera della fornitura».

«Mediamente è aumentato tutto di un 10-15% – dice Andrea Cantori della Cna Ancona -. Riguardo al caffè l’aumento è continuo e si è posizionato al massimo proprio da un mese per via della situazione geopolitica. Soprattutto riguardo al caffè proveniente dal Vietnam che è uno dei maggiori importatori. Rincari anche dovuti alla situazione climatica delle zone di produzione (Brasile in primis). I costi sono aumentati anche per la gestione dei locali: personale, affitti, utenze, imposte».

Per quanto riguarda chi vuole viaggiare per recarsi in vacanza fuori dalle Marche, invece le stangate non mancano. Gli ultimi dati Istat relativi all’inflazione hanno registrato un trend al rialzo per quanto riguarda le tariffe legate al comparto delle vacanze, secondo l’ultimo report di Assoutenti: i pacchetti vacanza sono rincarati del +20,4% su anno, gli alberghi del +7,8%, B&B, case vacanze e altre strutture ricettive del +8,1%, i biglietti dei treni del +8,1% su anno, autobus e pullman del +4%.

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