ANCONA – Torna a crescere la benzina anche nelle Marche dove torna ad avvicinarsi alla soglia di 1,9 euro al litro. Rispetto alle altre regioni, però, il prezzo medio della benzina in modalità self è più basso e si attesta a 1.886 euro al litro. Tra le regioni migliori, dove il carburante ha un costo più basso, ci sono anche Veneto (1.893) e Lazio (1.895). La maglia nera va alla provincia autonoma di Bolzano (1.946), seguono Basilicata (1,936) e Calabria (1,935).
Nelle Marche il gasolio si attesta a 1.796 euro al litro, il Gpl 0.735 euro e il Metano 1.220. Anche il prezzo del gasolio è tornato a salite, non solo quello della benzina. «Per quanto riguarda il gasolio – spiega Riccardo Battisti, responsabile regionale Cna Trasporti – siamo tornato su valori di almeno 8 mesi fa, con un incremento del prezzo di circa il 10-15%», un rincaro che pesa sulle imprese anche se «mitigato dal fatto che riescono a riversare il costo del gasolio al committente».
Battisti evidenzia «l’aumento del costo delle merci» legato al fatto che la maggior parte di queste viaggia su gomma. Il timore è che l’aumento del carburante torni a far salire l’inflazione e che porti a un ulteriore «rallentamento dell’economia. Finora – spiega – il settore si sta reggendo perché diminuisce il numero delle imprese e mancano autisti e mezzi».
Il caro gasolio pesa anche sulle attività del mondo della pesca. «Il prezzo è tornato a salire – spiega Apollinare Lazzari, della Cooperativa produttori di Ancona – per noi armatori è un problemi perché è una voce di spesa che incide pesantemente sui nostri bilanci. Fortunatamente il prezzo di vendita del pesce in vista della Pasqua è aumentato per cui riusciamo in qualche modpo a bilanciare questo nuovo rialzo». Il timore dei pescatori è che il gasolio per le imprese della pesca aumenti ulteriormente mettendo in difficoltà un settore alle prese con numerose criticità.
A crescere non sono solo i carburanti, ma anche i prezzi degli alimentari. È di pochi giorni fa la rilevazione della Fao di un aumento del +1,1% dei prezzi delle materie prime degli alimenti ad aprile dopo sette mesi di ribassi. A spingere al rialzo l’indice di riferimento rispetto a febbraio, secondo la Fao sono gli oli vegetali (+8%), i prodotti lattiero-caseari (+2,9%) e la carne (+1,7%). In calo invece le quotazioni dei cereali del 2,6% che segnano un -20% rispetto allo stesso periodo del 2023), il riso (-1,7%) e lo zucchero (-5,4%).