Ancona-Osimo

Tumore del colon retto, oltre 850 nuovi casi stimati nelle Marche

Dal convegno sulla patologia che si è tenuto oggi agli Ospedali Riuniti di Ancona sono emerse importanza e efficacia della diagnosi precoce, della prevenzione, delle terapie tradizionali e della nuova frontiera: l'immunoterapia.

Un momento del congresso

ANCONA – Diagnosi precoce, prevenzione, terapie tradizionali e immunoterapia. Sono queste le armi a disposizione per contrastare il cancro del colon retto, il secondo tumore per frequenza dopo quello della mammella, e una delle più comuni cause di morte per tumore in Italia. Nelle Marche nel 2018 sono circa 850 i nuovi casi stimati nella popolazione maschile e 650 in quella femminile. Un tumore molto severo che nel 25% delle diagnosi presenta metastasi e nel 50% svilupperà metastasi in una fase successiva. 

Rossana Berardi, Direttore Clinica Oncologica, Direttore Scuola di Specializzazione in Oncologia Medica, Direttore Centro di Riferimento Regionale di Genetica Oncologica, Vice Direttore Dipartimento di Scienze Cliniche e Molecolari

Una neoplasia  che beneficia enormemente di un approccio multidisciplinare e della diagnosi precoce e proprio di questo si è discusso nel corso del congresso che si è tenuto oggi agli Ospedali Riuniti di Ancona, dove si è sottolineata l’importanza e l’efficacia del PDTA (percorso diagnostico terapeutico assistenziale) utilizzato a Torrette, certificato nel mese di settembre scorso, ma anche della necessità di aumentare l’adesione agli screening gratuiti e abbassare l’età prevista per l’accesso a questi esami.

«Il trattamento del tumore del colon retto beneficia di un approccio multidisciplinare e di attività di analisi settimanale dei casi clinici, che rappresentano sempre di più non solo il presente ma anche il futuro di questa patologia – ha commentato il primario della Clinica Oncologica degli Ospedali Riuniti di Ancona – Università Politecnica delle Marche, Rossana Berardi  – Un approccio tramite PDTA che l’Azienda Ospedali Riuniti ha certificato nel mese di settembre anche per quanto riguarda i tumori del colon retto. In ambito terapeutico sono indicate terapie tradizionali, quali chemioterapia, farmaci biologici, chirurgia integrata e radioterapia. In ambito oncologico medico per i pazienti operati o con malattia avanzata, stiamo introducendo l’immunoterapia. Negli Stati Uniti è già realtà, da noi è in corso l’iter approvativo a livello europeo: richiederà diversi mesi, ma intanto è già fruibile nell’ambito degli studi clinici.  Tuttavia sarà disponibile solo per un 15% di pazienti che presentano instabilità dei microsatelliti, una condizione genetica particolare del tumore. Occorre precisare che il tumore del colon e quello del retto sono in realtà due patologie profondamente diverse. Il colon si gestisce prevalentemente con la chirurgia, dove si può, e con chemioterapia, farmaci biologici e oggi in sperimentazione immunoterapia per la malattia avanzata, mentre il tumore del retto oltre a queste armi terapeutiche può essere gestito anche con la radioterapia».

Un approccio, quello multidisciplinare, che è la migliore garanzia di qualità e di efficienza del percorso diagnostico-terapeutico e assistenziale (PDTA) per i pazienti affetti da neoplasia del colon-retto e che permette di raggiungere un trattamento personalizzato sulla base delle caratteristiche biologiche della malattia e delle condizioni specifiche del singolo individuo.

Giammarco Fava

Il PDTA certificato ISO: 9001 e l’approccio multidisciplinare hanno come obiettivo quello di ridurre i tempi e la spesa sanitaria, mettendo al centro il paziente, come ha spiegato il dottor Giammarco Fava dell’ Unità Operativa Malattie dell’Apparato Digerente, Endoscopia Digestiva e Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali.

Tumore che rappresenta «la seconda neoplasia in termini di mortalità ma anche come possibilità di guarigione con la diagnosi precoce – ha sottolineato la professoressa Berardi – Diagnosi precoce che prevede screening gratuiti ogni due anni a partire dai 50 anni di età, mediante la ricerca di sangue occulto nelle feci. Ma oltre alla diagnosi precoce, come per tutte le altre neoplasie, la prevenzione gioca un ruolo importante: alimentazione, attività fisica, peso corporeo e corretti stili di vita sono fondamentali. Ma ci sono anche dati che ci dicono che un’aspirina a basso dosaggio ha un ruolo preventivo, così come le noci, sulla base di quanto è emerso da uno studio presentato all’ultimo congresso della società americana di oncologia clinica».
Dal punto di vista della diagnosi precoce il congresso è stata l’occasione anche per discutere della possibilità di anticipare gli screening gratuiti a 45 anni, dal momento che il tumore del colon retto mostra un insorgenza sempre più precoce.
Fabrizio Volpini
Fabrizio Volpini

Attualmente l’adesione agli screening per i tumori del colon-retto nelle Marche è complessivamente del 58,6% (indagine PASSI), un valore ben più alto rispetto al dato nazionale (45,5%), costituito, come spiega il presidente della IV Commissione Sanità regionale Fabrizio Volpini, da un 36% di adesioni agli screening gratuiti e per il restante da screening individuali (o spontanei) a pagamento.

 «Occorre lavorare molto sulla prevenzione – ha detto Volpini – a partire dal punto di vista delle prevenzione primaria, come stili di vita corretti e alimentazione e in questo senso sarebbe opportuno invertire la piramide alimentare, che significa prediligere frutta, verdura e legumi. Ma occorre anche lavorare sugli screening di massa».