Latino facoltativo già dalle medie, più storia e più musica. Sono alcune delle novità per il mondo della scuola annunciate dal Ministro dell’Istruzione Valditara per l’anno scolastico 2026-2027. Già a partire dalla seconda media gli studenti potranno studiare il latino un’ora a settimana, anche se la materia sarà facoltativa, a scelta delle famiglie. L’altra novità che tocca le medie è quella dello studio della storia: non si tratterà più di geostoria, ovvero di storia del mondo, verrà invece privilegiato lo studio della storia dell’Italia, dell’Europa e dell’America.
Alle elementari i bambini saranno introdotti allo studio dei grandi classici della letteratura e alla poesia, e dalla seconda allo studio a memoria delle filastrocche, delle poesie e dell’haiku (componimento poetico giapponese). Grande importanza sarà data anche allo studio della storia, dalla Bibbia all’epica. Viene reintrodotto lo studio della musica fin dalla prima elementare.
L’altra novità che era stata già annunciata è il passaggio al giudizio sintetico nelle valutazioni alle elementari: dall’anno scolastico in corso, i voti saranno espressi in una scala che va da “Ottimo” a “Non sufficiente” e saranno affiancati da una breve descrizione sui livelli di apprendimento raggiunti dagli alunni in tutte le materie, compresa educazione civica.
«Non è la prima volta che si cambia, quasi ogni esecutivo ha portato delle novità nelle valutazioni – dichiara Riccardo Rossini, presidente dell’Associazione Nazionale Presidi delle Marche – forse in questo caso la nuova modalità è più chiara, ma siamo comunque portati ad equiparare il giudizio in valore numerico».
Secondo Rossini sarebbe più opportuno fare una riflessione non tanto sulla modalità di valutazione, quanto sul senso di questa valutazione: «Nei modelli scolastici più avanzati come quelli dei Paesi Scandinavi, prima dei 13 anni non viene fatta alcuna valutazione, questo genera minore ansia negli studenti e si ottengono risultati maggiori».
Sulla reintroduzione del latino alle medie evidenzia che «molte scuole nella loro autonomia hanno già inserito lo studio di questa materia. Oggi sarebbe importante per gli studenti, costantemente a contatto con la tecnologia, introdurre a scuola ore di lezione che possa fornire ai ragazzi gli strumenti utili a decodificare il linguaggio dei telefonini e degli altri device che hanno a disposizione». Accanto a questo il presidente dei presidi marchigiani propone anche l’insegnamento «di elementi di civile convivenza, come l’educazione al rispetto di sé, degli altri e degli ambienti».
Per quanto riguarda lo studio della storia «è abbastanza naturale che ogni Paese privilegi lo studio della propria storia e di quella del continente a cui appartiene. Andrebbe però riformata la modalità in cui si studia la storia: i ragazzi hanno scarso interesse alla storia moderna, che è trascurata nei programmi scolastici. Si dovrebbe ritornare al metodo di Don Milani che insegnava la storia dai giornali, partendo dall’oggi, in un percorso a ritroso» conclude.