Il mondo balneare accoglie positivamente la sospensione del requisito dei 18 anni per diventare bagnini di salvataggio, ma resta il nodo del reperimento del personale per bar e ristoranti annessi alle attività stagionali.
Grazie agli emendamenti al Milleproroghe spiega il direttore di Confcommercio Marche, Massimiliano Polacco, «la stagione è salva per quanto riguarda gli addetti al salvataggio. Si fa più fatica invece a trovare personale formato come ad esempio cuochi e pizzaioli. Allungare il periodo delle attività collegate ai balneari potrebbe essere una soluzione per assicurare una maggiore continuità lavorativa al personale che oggi è stagionale».
Sulla questione interviene anche il presidente regionale del Sib, il sindacato italiano dei balneari di Confcommercio, Romano Montagnoli. «Senza gli emendamenti al Milleproroghe si sarebbe ancora di più ristretta la platea dei bagnini di salvataggio, figure che già si faceva fatica a reperire. Per quanto riguarda il resto del personale anche quest’anno è difficile trovare addetti al bar, camerieri, aiuto cuochi, cuochi e piazzaioli. Una situazione che va avanti da un decennio» spiega.
Nelle attività balneari intanto è già partita la caccia al personale stagionale: molte attività mettono annunci sui social network per pubblicizzare l’offerta di lavoro, altri si affidano al passaparola, altri ancora ‘tamponano’ la stagione assumendo giovani che si presentano direttamente nei locali prima dell’avvio della stagione per mettere da parte un gruzzoletto e per fare una prima esperienza lavorativa.
«Il problema – secondo Montagnoli – è che non si incontrano domanda e offerta di lavoro, manca personale formato. Le attività collegate ai balneari come bar e ristoranti cercano di tamponare con i giovani, che però non hanno esperienza e devono essere formati sul posto, questo ci crea alcune difficoltà».
Le attività stagionali risentono del nodo personale ormai da tempo chiarisce il Sib, da un lato perché «offrono un lavoro temporaneo» e quindi il personale formato negli istituti alberghieri preferisce orientarsi verso quelle attività che garantiscono una continuità lavorativa e non una stagionalità, spiega Montagnoli, dall’altro lato ci sono questioni culturali e demografiche.
«Ci sono sempre meno giovani e le attività stagionali tradizionalmente vengono svolte proprio da questa fascia di popolazione, il personale formato viene accaparrato dalle attività non stagionali – spiega – poi c’è anche il fatto che molti giovani oggi studiano, fanno l’università e in estate si prendono una pausa di riposo. Le nostre attività nel corso degli anni sono cresciute, si sono evolute dal punto di vista dei servizi offerti, e per garantire certi standard qualitativi serve necessariamente personale specializzato e formato. Per questo Confcommercio organizza degli workshop con le scuole per intercettare i giovani già fin dalla scuola, così da favorire l’incrocio della domanda con l’offerta di lavoro».
Con il turismo straniero in crescita nei ristoranti e nei bar stagionali delle località turistiche bisogna anche saper parlare l’inglese. Insomma per certi versi le difficoltà di reperimento del personale «sono anche legate non solo ad una evoluzione delle attività, ma anche a un cambiamento sociale più ampio che vede i giovani più propensi ad orientarsi verso attività più durature e stabili» nel tempo, conclude Montagnoli.