ANCONA – Portonovo chiusa al traffico, ma solo parzialmente. La discesa per la baia potrebbe essere interessata da una Zac, zona ad accesso controllato. A farlo sapere, è il vicesindaco e assessore alla mobilità sostenibile, Giovanni Zinni, che si sta occupando di una delle spiagge più belle di Ancona, in stretto raccordo con il sindaco dorico Daniele Silvetti.
La novità sarà presto illustrata agli operatori della Riviera e «agli stakeholders». Zinni precisa che «non si tratta di una proposta ma di un esperimento che inizierà a giugno». E ancora: «Stiamo realizzando una Zac, acronimo di zona ad accesso controllato. Parliamo chiaramente della zona della baia e tutte le novità in questione le illustreremo nei prossimi giorni».
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Si sa molto poco, al momento. Ma da quanto trapela verrà «limitato il numero di automezzi nella spiaggia. Sarà un progetto che partirà in via sperimentale quest’anno – spiega il vicesindaco – così da poterlo mettere a regime il prossimo, nel 2025». L’alternativa è far rimanere quella zona «una Zac o trasformarla in Ztl, zona a traffico limitato».
A breve la giunta dorica incontrerà gli stakeholders e cioè tutti coloro i quali saranno interessati dal progetto: «Illustreremo la nostra proposta, noi siamo molto sensibili al tema della mobilità sostenibile, che però si deve integrare con il turismo e una tutela ecocompatibile». Ma chiudere completamente l’accesso a Portonovo, interdicendo la spiaggia a tutte le autovetture e ai vari mezzi, pare essere impensabile per via dell’afflusso turistico.
Insomma, se il progetto andrà in porto (manca solo la delibera di giunta), «potrà scendere solo chi ne avrà diritto». E cioè coloro i quali usufruiranno dei servizi della spiaggia: alberghi, strutture ricettive e stabilimenti balneari, senza dimenticare «residenti e dimoranti», conclude l’assessore.
Proprio una settimana fa, a parlare di una eventuale interdizione del traffico sulla discesa che conduce a Portonovo era stato il professor Paolo Seri, docente di Economia politica all’università di Enna, che era intervenuto ad un incontro alla Casa delle Culture sul modello di post-car city. «La ciclopedonale del Conero è un bellissimo esempio – aveva detto il prof Seri – per quanto io sia dell’idea che si potrebbe chiudere al traffico anche la strada che scende a Portonovo con benefici anche per i portatori di interessi che ora non la pensano così».