ANCONA – Stamattina ad Ancona alla Loggia dei Mercanti il Tar delle Marche ha inaugurato l’anno giudiziario con la relazione della presidente Concetta Anastasi, che ha assunto l’incarico nello scorso mese di gennaio dopo che il suo predecessore, Giuseppe Daniele, ha lasciato il servizio.
La presidente ha ricordato che nel 2024 è cresciuta ancora la produttività in termini di definizioni di ricorsi da parte del Tribunale amministrativo delle Marche (1.074 dopo i 941 del 2023) e ne sono stati smaltiti 471 ma è il pesante arretrato a ostacolare le performance del Tar: alla fine dello scorso anno, infatti, restavano ancora da definire 589 ricorsi tra cui 183 pendenti da oltre dieci anni (33 sono stati fissati) e 406 (94 già fissati) ultraquinquennali.
Un contenzioso arretrato che colloca il Tar Marche ai «primissimi posti della tristissima classifica dei Tar aventi più contenzioso arretrato a livello nazionale» e che rappresentano ancora «un notevole freno che preclude il conseguimento dei risultati performanti che si vorrebbero raggiungere».
La relazione della presidente Anastasi s’è soffermata anche sui 603 ricorsi depositati nell’anno 2024: 72 riguardano contenzioso di stranieri (12%), 66 l’ottemperanza al giudicato, 46 l’edilizia (8%), 33 questioni ambientali, 14 l’urbanistica, 9 autorizzazioni e concessioni.
Un solo ricorso in materia di informativa antimafia, un dato che «si presta a essere interpretato nel senso che la regione Marche, sotto il profilo dell’ordine pubblico, non sia molto infiltrata dalla criminalità di stampo mafioso, soprattutto se si tiene conto, in assenza ancora di statistiche ufficiali del ministero dell’interno relative all’anno 2024, che la stampa locale dà atto, in data 21 dicembre 2024, di una sola ulteriore informativa antimafia, emessa dal prefetto di Ascoli Piceno nei confronti di una ditta edile del Foggiano».
La presidente ha parlato anche di intelligenza artificiale e della normativa europea che ne regolamenta l’uso, specificando che «rimane rispettato il principio secondo cui l’uomo deve essere al centro dello sviluppo tecnologico» e che «l’approccio a questa nuova tecnologia non può che essere cauto, consapevole dei rischi, ma, nel contempo, anche libero da pregiudizi», chiarendo dunque che l’intelligenza artificiale non potrà mai sostituirsi al giudice.