Ancona-Osimo

Ancona, le Tavernelle abbandonate al degrado che avanza

I problemi del quartiere non sono solo al cimitero, ma in tutte le aree verdi. Poi strade, marciapiedi, strisce pedonali invisibili, topi...

Un esempio di marciapiedde fiorito a Tavernelle

ANCONA – Le Tavernelle, quartiere di Ancona un tempo frazione e oggi rione pieno di studenti, a pochi passi dal polo universitario di Montedago, vivono in uno stato di sofferenza per le condizioni delle strade, dei marciapiedi delle numerose aree verdi, vera giungla in questi primi giorni caldi, e in generale, patiscono un’evidente mancanza di attenzione tipica delle zone periferiche.

Eppure a Tavernelle c’è il cimitero monumentale cittadino, prima sofferenza del quartiere, come testimoniano molti cittadini. Il resto, però, va di pari passo, a cominciare dai parcheggi di via San Giacomo che servono proprio il luogo che ospita i defunti: il sottopasso decorato in puro stile underground che porta verso il supermercato non è nulla a confronto di ciò che si trova intorno alle auto parcheggiate: resti di bottiglie rotte, rifiuti, addirittura un cartello stradale abbandonato, un cumulo di macerie alto un metro, e ancora cestini pieni, gradini rotti, pietre, manifesti gettati in mezzo all’erba.

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Poco più in là marciapiedi e strade in condizioni disastrose sono solo un antipasto di ciò che si ammira una volta svoltati in via Tavernelle. Non prima di aver trovato il bivacco di un senzatetto proprio davanti all’ingresso del cimitero.

La situazione di via Tavernelle, tra strade groviera e marciapiedi ridotti in condizioni tali per cui nelle spaccature crescono veri e propri cespugli spontanei e fioriti, la descrive bene chi ci lavora e che segnala la poca illuminazione, gli attraversamenti pedonali invisibili, alcuni addirittura assenti o di difficile interpretazione, come quelli che portano al cimitero, il traffico che procede a velocità sostenuta, i topi, la sporcizia.

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Basta arrivare a largo Saviotti, intitolato alla figura del noto pittore, per trovare immondizia ovunque, fioriere dove cresce solo vegetazione spontanea, tre panchine addirittura inglobate nel cantiere della casa a fianco in corso di ristrutturazione, materiali edili di diverso tipo appoggiati lungo la discesa che arriva in via Petrarca.

Attraversando la strada, poco sopra il parco Verbena, ci si imbatte nella stessa situazione che si trova all’interno dell’area verde, cioè l’urgente necessità di falciare l’erba. In fondo a un parcheggio una cabina elettrica dietro la quale ci sono rifugi arrangiati per gatti, ma anche rifiuti di vario genere depositati lì in attesa di non si sa bene cosa: scarpe da tennis in un sacchetto, un passeggino ripiegato, un portabici.

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A fianco il cantiere dell’Erap non fa bella figura, con un mezzo giallo sommerso dalla vegetazione come se fosse lì da anni senza che lo utilizzi più nessuno. Magari è proprio così. Più avanti si accede al parco Galassia, il percorso pedonale è una scalinata in discesa tutta dissestata e invasa dalla vegetazione, più in basso il sentiero è addirittura invisibile.

L’accesso a un’altra area verde, quella di via Foscolo, è un trionfo di decorazioni di ogni tipo, tra muri sgretolati e cestini pieni di rifiuti. In via Gioberti altra area verde e altra situazione surreale, con una parte d’erba tagliata, forse da qualche residente, e il resto ridotto a giungla. Sul marciapiede, in bella vista, alcune bottiglie di birra vuote, tutte in fila. Chi ha festeggiato non ha trovato il modo di gettarle nei cassonetti, magari c’era troppa strada da fare. Una strada in pessime condizioni, tra l’altro, che sembra uscita da un film postapocalittico. Le foto lo testimoniano: le Tavernelle hanno urgente bisogno di cure.