ANCONA – L’hanno vista arrivare come una scheggia impazzita, al volante di una Citroën C3 che non controllava più. Prima ha divelto dei paletti dissuasori di sosta poi è piombata sul marciapiede per schiantarsi contro un veicolo in sosta.
Sfiorata la strage, questa sera, in via Martiri della Resistenza. Attorno alle 19, una 52enne, ha creato il panico lungo una delle principali arterie di uscita e di accesso al centro. La donna, che percorreva la via in direzione del Piano, ha perso il controllo dell’auto poco prima dell’attraversamento pedonale, davanti alla caserma dei vigili del fuoco. A velocità sostenuta ha abbattuto quattro paletti di ferro, sradicandoli dalla pavimentazione. Poi ha finito la folle corsa contro un Seat Ibiza parcheggiata dove all’interno c’era il conducente, un giovane 30enne rimasto illeso ma con la ruota posteriore dell’auto staccata. Prima di impattare con l’auto ferma la Citroën ha sfiorato la pensilina della fermata del bus dove poco prima c’era un nutrito gruppo di persone che aspettavano l’autobus. La 52enne si è fermata in mezzo alla strada, dopo l’urto con la Seat, riportando danni alla parte anteriore del veicolo che perdeva liquidi e non era più in grado di mettersi in marcia. La donna è scesa in evidente stato di ebbrezza. Non era ferita ma in stato confusionale.
Sul posto sono arrivate tre pattuglie della polizia municipale e la ditta Cisa, che lavora in appalto per il Comune, addetta a ripristinare la pulizia delle strade incidentate. La 52enne è stata portata al comando delle Palombare e sottoposta all’alcol test che ha dato esito positivo. La donna, dalle prime notizie, aveva un grado alcolico più di tre volte superiore al limite. Sono in corso accertamenti. Da verificare anche i danni arrecati alla sede stradale e al veicolo contro il quale è finita. Il conducente si era fermato poco prima per usare il cellulare.
«Ho sentito il botto – ha raccontato il giovane, originario di fuori regione ma residente in città – poi ho visto l’auto della donna fermarsi in mezzo alla strada. Lei è scesa e mi è venuta incontro. Non era in sé».