ANCONA – «Le lotte di potere che le segreterie romane di Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia continuano irresponsabilmente a combattere utilizzando come terreno di scontro le Marche, complice la debolezza politica e la subalternità della giunta Acquaroli, rappresentano un grave rischio per il tessuto economico, sociale e istituzionale della nostra regione». Il capogruppo dei dem Maurizio Mangialardi entra a gamba tesa sulla guida dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Centrale, all’indomani della bocciatura alla Commissione Trasporti del Senato della nomina di Matteo Africano.
Il nome dell’ingegnere romano, Matteo Africano, era stato proposto dal ministro delle Infrastrutture Enrico Giovannini ed aveva avuto l’avvallo da parte del presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli e del governatore Abruzzese, Marco Marsilio, ieri però la bocciatura al Senato. Oggi – 16 giugno – ci sarà la votazione alla Camera, ma il parere contrario della Commissione Trasporti del Senato potrebbe rimettere in discussione tutto, e dunque con tutta probabilità di dovrà procedere ad una ulteriore interlocuzione tra Ministro e i presidenti delle due Regioni interessate (Marche e Abruzzo) per individuare un nuovo candidato.
Il governatore Francesco Acquaroli nella serata di ieri, appresa la notizia, ha espresso la sua perplessità sulla vicenda che «sta bloccando da mesi una infrastruttura così importante». Una nomina, quella di Africano, che aveva suscitato una levata di scudi nel Pd, e non solo. Anche alcuni esponenti del centrodestra (Sandro Zaffiri, Lega) si erano espressi a favore di una riconferma del dorico Rodolfo Giampieri nel segno della continuità e per il buon lavoro svolto.
Maurizio Mangialardi: «Azzerare l’iter per la nomina di Africano e avviare un nuovo confronto con il territorio»
Mangialardi sottolinea che, «di fronte alla necessità di iniziare a programmare il rilancio degli scali marchigiani, ma soprattutto ad intercettare le risorse messe a disposizione dal Piano nazionale di Ripresa e Resilienza, l’Authority si ritrova ancora oggi ferma al palo, priva del suo vertice decisionale, mentre nel resto d’Italia tutti gli altri corrono». Il capogruppo dei dem ricorda poi che della vicenda si era parlato anche in una seduta del Consiglio regionale, quando «rispondendo alle interrogazioni presentate in consiglio regionale dal Partito Democratico, Acquaroli aveva garantito sull’alto profilo e le competenze di Africano. Garanzie, a quanto sembra, che si sono inesorabilmente sgretolate nel corso delle audizioni parlamentari».
Il capogruppo consiliare del Pd prosegue nel suo attacco spiegando che «pur di assecondare logiche completamente estranee ai bisogni del territorio, Acquaroli non abbia esitato un secondo ad affossare il percorso di crescita tracciato dall’ex presidente Giampieri, dalle istituzioni locali e dalle imprese locali che operano nel porto di Ancona. Spero che ora ci sia l’intelligenza di azzerare l’iter per la nomina di Africano, avviando contestualmente quel confronto con il territorio che fino a oggi è stato negato, per giungere a un nome davvero condiviso e che ponga lo sviluppo infrastrutturale ed economico del porto di Ancona al primo punto dell’agenda dell’Authority, anziché le inutili schermaglie politiche tra Salvini e Meloni».
Mauro Coltorti (M5s): «Corto circuito all’interno della “destra”»
Sulla vicenda si è espresso anche il senatore del Movimento 5 Stelle Mauro Coltorti, presidente della Commissione Lavori Pubblici. «Si dovrebbe tutti cercare il miglior candidato possibile – spiega il senatore Jesino -. Purtroppo spesso le lotte politiche a livello nazionale, anche all’interno di formazioni politiche che dovrebbero essere “alleate”, sovrastano gli interessi dei cittadini. Credo sia evidente che persone diverse possano avere opinioni e priorità diverse e dunque potrebbero scegliere candidati diversi. Dispiace che un candidato che poteva rappresentare una buona soluzione per il territorio paghi per faide interne. E credo che in questo caso nessuno possa negare un corto circuito all’interno della “destra”».
Sandro Zaffiri (Lega): «Questo incidente di percorso faccia ragionale la politica»
Sandro Zaffiri, segretario regionale Confael e responsabile infrastrutture della provincia di Ancona per la Lega dichiara: «Le commissioni hanno svolto giustamente un ruolo di verifica: insisto che questo incidente di percorso faccia ragionale la politica della Regione Marche così individuare per l’Authority un presidente marchigiano. La nostra è una regione laboriosa e non può più essere violentata in questo modo».
Secondo Zaffiri nelle Marche ci sono «le professionalità e le competenze per incarnare un ruolo così importante come quello del presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Centrale», senza dover andare a cercare in altre regioni. «La politica delle riuscire a fare sintesi – conclude – così da arrivare ad una soluzione che possa valorizzare le Marche e le sue professionalità».