ANCONA – Ancona e Porto Sant’Elpidio al centrodestra. Aria di cambiamento nelle Marche, con il capoluogo di regione che svolta a destra dopo 30 anni di governi ‘rossi’. Un cambiamento storico quello avvenuto ad Ancona, unico capoluogo di regione del Paese al voto per il rinnovo del sindaco e del consiglio comunale. Silvetti è arrivato in Comune, accompagnato dai ‘suoi’, dove è stato accolto tra gli applausi e un tifo da stadio.
Sostenuto da una coalizione di centrodestra (Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia, Udc e liste civiche) Daniele Silvetti, candidato ha battuto l’avversaria Ida Simonella, candidata a sindaco sostenuta dal centrosinistra (Pd e liste civiche). Conquistando il 51,73% dei voti (21.279), l’avvocato anconetano di 49 anni ha staccato di 1.425 voti l’avversaria Simonella che con 19.854 voti si è fermata al 48,27% dei consensi.
Il centrodestra oltre ad aver conquistato Ancona, roccaforte ‘rossa’, si è accaparrato anche Porto Sant’Elpidio, il comune del fermano andato a ballottaggio insieme al capoluogo di regione. Massimiliano Ciarpella, sostenuto da (Fratelli d’Italia, Udc, civiche), ha ottenuto 7.525 voti, il 71,76% dei consensi, mentre il candidato del centrosinistra Paolo Petrini, ex assessore regionale ed ex parlamentare Pd, sostenuto da Pd e civiche, si è fermato a 2.962 voti, il 28,24% dei consensi.
Da evidenziare il dato dell’affluenza che segna un calo sia ad Ancona che a Porto Sant’Elpidio rispetto al 2018. L’astensionismo, non solo al primo turno (14 e 15 maggio), anche al ballottaggio si è confermato essere il primo partito nei due Comuni al ballottaggio.
Ad Ancona unico capoluogo di regione al voto nel Paese, alla chiusura dei seggi (ore 15) ha votato il 51,75% degli aventi diritto contro il 54,94% del primo turno e il 54,60% della precedente tornata elettorale, quando si sfidarono Valeria Mancinelli, poi eletta sindaco, e Stefano Tombolini.
A Porto Sant’Elpidio ha votato il 53,22% degli aventi diritto, più di otto punti percentuali in meno rispetto al primo turno (62,19%) e oltre 10 punti percentuali in meno rispetto al 2018 quando votò il 63,88% degli aventi diritto