Ancona-Osimo

Ogni minuto 55 bambini in fuga dall’Ucraina, Unicef Marche: «Lavoriamo per l’accoglienza e l’inclusione»

L'Unicef ha attivato i "punti blu" al confine tra Italia e Austria per gestire l'ingresso in Italia e l'esodo dei profughi. Ecco cosa ci ha detto la responsabile marchigiana Mirella Mazzarini

La situazione in Ucraina (foto da sito Unicef)

ANCONA – La guerra in Ucraina è un incubo senza fine che sta cancellando l’infanzia a milioni di bambini. Niente è al sicuro, nel Paese sotto attacco, sia case che scuole, ospedali di maternità, orfanotrofi, teatri. I luoghi dove i bambini giocavano e andavano a scuola, fatti esplodere o disseminati di mine inesplose. È un esodo disperato quello della popolazione ucraina verso l’Europa, la stima è di circa 3 milioni di persone in fuga, la metà dei quali sono bambini. L’Unicef nazionale che monitora la situazione dei bambini nel mondo, in questo particolare momento sta portando avanti azioni mirate per i bambini ucraini: la stima è che ogni minuto 55 bambini fuggano dall’Ucraina, alcuni anche non accompagnati, senza documenti, senza i loro genitori o con parte della famiglia. Ma i dati sono in continua evoluzione.  Ne abbiamo parlato con Mirella Mazzarini, dal febbraio 2021 alla guida dell’Unicef Marche.

La presidente Unicef Marche Mirella Mazzarini

Un incarico che ha accolto con grande entusiasmo e che le è stato proposto vista anche la sua grande esperienza nel campo dell’educazione, della scuola e come ex sindaco. «Mi era stato chiesto di seguire i progetti Unicef nelle scuole della provincia – ci racconta Mirella Mazzarini – e ho accettato di buon grado perché l’Unicef è una grande rete di umanizzazione, in cui puoi capire i bisogni del nostro tempo che vanno dal proteggere e tutelare l’infanzia, fino a creare un percorso specifico con il bambino al centro di ogni azione portata avanti da volontari, professionisti e giovani». Adesso tutte le energie sono concentrate sull’Ucraina.

«Ho appena seguito un webinar con Unicef nazionale – ci spiega la presidente di Unicef Marche Mirella Mazzarini – per avere una panoramica sulla situazione generale e nella nostra regione: la prospettiva che Unicef si sta dando è allargare lo sguardo non solo alle Marche, ma al mondo perché Unicef ha programmi che riguardano i bambini in emergenza in tutti i Paesi, adesso l’attenzione è puntata su quelli dell’Ucraina».

Grande l’esodo dei profughi in Europa e in Italia. «Oggi la stima è di 61.000 profughi in arrivo in Italia, ma sono dati sottostimati perché non tutti si registrano – spiega ancora la presidente Mazzarini – una metà sono donne e il 40% bambini. Arrivano da noi grazie ai ponti d’accoglienza forniti da alcuni dei 250.000 cittadini ucraini che si trovano già in Italia per lavoro». Unicef lavora costruendo sinergie di aiuto. «Unicef lavora in rete, con un intervento integrato, mai portato avanti da soli – continua Mirella Mazzarini – operiamo in collaborazione con gli Ordini degli Psicologi, degli Assistenti sociali e dei Pedagogisti per fronteggiare questa situazione di grave drammaticità dove ci troviamo ad aiutare persone a forte vulnerabilità. Non si può non lavorare in rete. Siamo molto attenti a recepire le direttive e le comunicazioni di Prefetture, Questure, Comuni e servizi sociali. Molti comuni hanno già un numero dedicato e strutture per l’accoglienza dei profughi».

Importanti le direttive di Unicef sul territorio: «La raccomandazione di Unicef è che gli interventi devono essere qualificati guardando al progetto dell’accoglienza nella prospettiva dell’inclusione futura – specifica la presidente – pertanto occorre creare reti funzionali e funzionanti. L’Unicef nelle Marche è attenta a essere in rete con Unicef nazionale secondo linee guida generali che partono dal benessere. L’obiettivo è porre al di sopra di tutto il bambino e le sue esigenze, in questa emergenza che ha disintegrato diverse personalità rendendo ancora più fragili i soggetti vulnerabili».

Unicef, i Blue Dots in Moldavia (foto: Unicef)

Unicef sta portando avanti una raccolta fondi volta a sostenere l’attività delle figure professionali nei “Blue Dots”, i cosiddetti “punti blu” di Unicef e Save The Children per i bambini e le famiglie, situati lungo le rotte di migrazione maggiormente percorse in Europa. «Non facciamo come Unicef né raccolta di vestiario né di giocattoli – sottolinea la presidente – ma solo raccolta fondi per la creazione lungo le ventisei vie di fuga verso l’Europa dei “Blue Dots” dove accogliere i profughi, aiutarli per l’aspetto relativo ai documenti, all’assistenza medica. I fondi raccolti servono anche a reperire farmaci e kit ostetrici, kit di coperte e generi di conforto. Ci sono professionalità che seguono i cittadini ucraini e l’ondata di immigrazione lungo i percorsi che li portano in Europa – conclude la presidente Mirella Mazzarini – sia dal punto di vista medico che psicologico. Ieri (martedì) il supporto era nei punti di transito e arrivo a Trieste, Tarvisio e nei punti cruciali tra Italia e Austria, in team con Save the Children – un team composto da personale sanitario, assistenti sociali e psicologi – perché dobbiamo lavorare anche sulle professionalità che di chi accoglie».