ANCONA – Sono ormai diversi anni che in Italia, nel settore del credito, ci si sta misurando col fenomeno della desertificazione bancaria. Le banche nei loro processi di fusione e concentrazione hanno avviato una profonda razionalizzazione della rete di sportelli che sono stati ridotti del 35% tra la fine del 2011 e la fine del 2021 con una riduzione dei dipendenti bancari, nello stesso periodo, pari al 16%.
Sottolinea Federico Sora, segretario generale Fisac Cgil Marche: «Anche i dati dei prossimi piani industriali delle aziende bancarie in corso, ed in proiezione per il 2025, prevedono ulteriori tagli sia al personale che al numero degli sportelli nei territori». Questo fenomeno è ormai conosciuto «come desertificazione bancaria con problematiche non solo di accesso fisico agli sportelli bancari, in particolare per le fasce degli anziani e coloro che utilizzano meno o sono meno raggiunti dalla rete Internet, per le zone con viabilità disagiata, ma anche di vero e proprio accesso al credito per privati ed imprese».
Ma si tratta di un fenomeno ben più ampio e preoccupante: un vero e proprio problema di legalità perché lo spazio lasciato vuoto dalle istituzioni, quelle bancarie in questo caso, offre spazi a forme di illegalità ove sia i privati che le aziende possono essere facilmente preda della criminalità organizzata e dell’usura.
Questo fenomeno manifesta una criticità ancor più forte nel territorio marchigiano. La Banca d’Italia, nel rapporto statistico “Banche e istituzioni finanziarie: articolazioni territoriale”, pubblicato il 31 marzo, ha evidenziato che nel periodo citato (2011/2021) le Marche registrano un andamento peggiore del dato nazionale: il numero degli addetti del settore credito sono diminuiti di oltre il 40% (rispetto al citato dato nazionale pari del 16%) passando da 9.068 a 5.428 addetti; ugualmente gli sportelli sono scesi del 40% (rispetto al 35% nazionale) da circa 1.200 a 715.
Nell’ultimo anno (2021) il dato Marche è stato ancora più pesante: la rete degli sportelli è diminuita del 9,5%, a fronte di una riduzione nazionale del 7,8%, e peggiore è stata la diminuzione del personale che si è ridotto del 11,64%, contro un dato nazionale del 2%.
I processi di fusione/accentramento/riorganizzazione delle banche avvenute nel nostro territorio lo scorso anno, quali ad es. operazione ISP/UBI/BPER, possono aver contribuito al trend fortemente negativo, confermando le preoccupazioni già espressa dalla Fisac e dalla Cgil Regionale Marche sin dal momento dell’annuncio dell’operazione, per l’impatto che questa operazione avrebbe avuto nel nostro territorio.
C’è un altro dato che, purtroppo, è ancora in calo, ed è quello dei comuni serviti da banche: erano 213 nel 2011 ed ora sono rimasti 177 (meno 17%) sui 225 comuni della regione Marche; una copertura che passa da oltre il 90% al 78% a fine 2021.
Infine evidenziamo, ancora una volta, che la desertificazione colpisce in particolare le zone montane e quelle interessate dal sisma del 2016 con inevitabili ripercussioni sul già faticoso processo di ricostruzione.
Dichiara Daniela Barbaresi, segretaria generale Cgil Marche: «La Fisac e tutta la Cgil delle Marche opereranno affinché nei prossimi confronti sindacali e nei piani industriali delle aziende e gruppi bancari si affronti il problema della desertificazione e si giunga anche ad un controllo qualitativo e di merito sui processi con lo scopo di collocare le nuove assunzioni con priorità nelle aree oggetto di fuoriuscita del personale».