Ancona-Osimo

La Regione chiede tempi certi per la Banda Ultra Larga nelle Marche

«Il 90% dei progetti è pronto per l’iter autorizzativo e anche il numero dei cantieri aperti 89 (25%) è soddisfacente - ha dichiarato l'assessore Cesetti - ma vogliamo la chiusura dei primi cantieri e l’attivazione dei relativi servizi»

ANCONA – Connettere i cittadini delle Marche per dare possibilità di sviluppo e lavoro a tutte le realtà regionali. E’ questo il concetto alla base del progetto che la Regione ha messo in cantiere in merito alla Banda Ultra Larga che dovrà servire anche le zone più interne, dove spesso si parla di gap e digital divide. A tal proposito l’amministrazione regionale ha richiesto a Infratel, società del Mise incaricata dell’attuazione del progetto sul territorio nazionale, e a Open Fiber, concessionario selezionato con bando di gara per le Marche, un incontro che si è svolto lunedì 30 settembre per fare il punto della situazione.

La riunione è stata fortemente voluta dal presidente della Regione, Luca Ceriscioli, dell’assessore all’Informatica e reti ICT Fabrizio Cesetti, per dare rassicurazioni al territorio sul progetto “banda ultra larga”, strategico ed atteso dai comuni della regione. Talmente atteso che servono impegni certi sui tempi di attivazione dei servizi nei primi comuni e sul completamento del progetto nelle Marche.

La ricognizione sullo stato di avanzamento del progetto è stata fatta in presenza dei rappresentanti di Infratel Italia, Salvatore Lombardo e Domenico Tudini, e del concessionario Open Fiber, Roberto Tognaccini e Giovanni Canepa.

«Il 90% dei progetti è pronto per l’iter autorizzativo e anche il numero dei cantieri aperti 89 (25%) è soddisfacente – ha dichiarato l’assessore Cesetti – ma vogliamo tempi certi sulla chiusura dei primi cantieri e l’attivazione dei relativi servizi, per poter andare avanti con determinazione e garantire un’infrastruttura essenziale».

Essenziale perché oggi la banda ultra larga e i sistemi di interconnessione dei cittadini e delle aziende significano portare servizi anche nei centri principali, significano poter lavorare con tutto il mondo, poter creare occasioni di sviluppo e quindi con ricadute occupazionali.