ANCONA – «Accogliamo con fiducia la posizione espressa da Rfi relativa alla volontà di rivedere il progetto presentato alle amministrazioni comunali in merito alla realizzazione delle barriere acustiche lungo la via Flaminia tra Falconara e Ancona. L’opera, così come è stata concepita e illustrata, costituirebbe una soluzione sbagliata ad un problema esistente. Il progetto deve essere rimodulato diversamente». L’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Ancona, avendo avuto formale accesso agli atti inoltrato ai due comuni di riferimento, interviene sul tema del risanamento acustico da Villanova a Torrette e si incarica di predisporre un dossier specifico che possa offrire un significativo contributo tecnico.
«Le barriere, poste ad una altezza variabile dai quattro agli otto metri e mezzo – spiega il presidente Alberto Romagnoli – costituirebbero un autentico muro visivo per chi transita per la via Flaminia e per chi vi abita di fronte, e anche la vista dalla spiaggia delle ville liberty poste su quel tracciato sarebbe pressoché compromessa causando la diminuzione immediata del valore delle abitazioni prospicienti e una perdita di visibilità delle attività balneari situate nell’arenile. Non solo, un’eventuale barriera così realizzata sarebbe un ostacolo alla circolazione dell’aria e alla dispersione degli inquinanti per una strada, quale la via Flaminia, percorsa da scooter, automobili, autobus e mezzi pesanti».
Del resto, fa notare Romagnoli, «la priorità prevista dal Decreto del Ministero dell’Ambiente del 2000 è assegnata all’intervento sulla sorgente del rumore, attraverso il miglioramento dei materiali rotabili e dell’infrastruttura ferroviaria. Punti che sembra siano stati ora presi in considerazione da Rete Ferroviaria Italiana. Solo in seconda battuta è poi previsto che ci si possa interfacciare con il percorso di propagazione delle onde sonore». Romagnoli avanza quindi una proposta a Rfi, ricordando che molti comuni della costa marchigiana chiedono da tempo l’arretramento della linea ferroviaria «che, se nel secolo scorso ha determinato sviluppo, di fatto, oggi, costituisce un limite difficilmente valicabile per il collegamento tra le città e il mare. Pur essendo un percorso costoso, complicato e temporalmente lungo, ci sentiamo di chiedere a Rfi di valutare realmente l’idea di questa operazione che potrebbe costituire un tentativo di ricucitura proprio tra città e mare, una valorizzazione urbanistica e un ridisegno complessivo dei nostri territori finalizzato al miglioramento della qualità della vita nelle nostre città costiere».