ANCONA- Aprile del 2020 in piena pandemia il campionato di basket di serie C viene prima sospeso poi annullato. Titoli di coda che portano Paola Bergamasco a dichiarare alla soglia dei 43 anni che non si sarebbe arresa e che sarebbe tornata a giocare in quanto era impensabile appendere le scarpette al chiodo a causa di una pandemia. Ma questa pandemia è andata ben oltre le previsioni al punto tale che nella passata stagione il Cus Ancona ha deciso di non partecipare al campionato ne tanto meno alla Coppa. Universitarie che sono tornate a giocare gare ufficiali nell’ottobre del 2021 proprio nel momento in cui Paola Bergamasco aveva contratto il Covid.
Una mazzata arrivata proprio nel momento in cui la stessa Bergamasco aveva iniziato a pensare ad un ritorno in campo. Ma il tempo a volte è galantuomo e con il passare delle settimane quella idea finita in fondo al tunnel poco alla volta ha iniziato a brillare fino ad accendersi del tutto domenica sera con la squadra di rientro da Giulianova dopo aver vinto una partita con la rosa ridotta ai minimi termini causa infortuni e giocatrici non disponibili.
A far scoppiare la scintilla ci ha pensato Alessandra Niccoli come racconta la stessa Paola Bergamasco: «Alessandra più che una amica è una sorella, per telefono mi ha detto perche non ci proviamo. Il plurale da lei utilizzato mi ha fatto scattare la molla giusta, sapevo già in partenza che lei sarebbe stata al mio fianco. Il resto lo ha fatto Nicolas Crucitti che nel giro di una giornata mi ha fissato l’appuntamento per la visita medica necessaria per la ripresa dell’attività agonistica post Covid».
Con il certificato in mano sabato il tesseramento quanto è bastato per andare domenica pomeriggio in panchina contro il Perugia con la convinzione che lei Paola Bergamasco non sarebbe entrata in campo. E invece a 4 minuti dalla fine è accaduto un po quello che tutti si aspettavano: «Il Tecnico Carmelo Foti con il quale ho una grande amicizia mi si è avvicinato mi ha preso le mani e mi ha detto che toccava a me scendere in campo. In quel momento ero felice come una bambina, il basket è la mia vita, la mia passione e ritrovarmi in mezzo al campo è stata una emozione fortissima». A distanza di due anni Paola Bergamasco non si è certo dimenticata come si arriva a canestro: «Mi è capitata l’occasione e non ci ho pensato più di tanto a buttarla dentro. Questo è il canestro della rivincita della voglia di stare in campo in mezzo alle mie compagne di squadra».
Emozioni a parte Paola Bergamasco in questi giorni si è messa al lavoro cercando di raggiungere la miglior condizione possibile: «Ci vorrà del tempo ma l’importante è essere ripartiti. Mercoledì abbiamo questo infrasettimanale con il Gualdo Tadino, una partita da vincere a tutti i costi in ottica playoff. Sarò in panchinma ad aiutare la squadra poi se la gara dovesse prendere una certa piega potrei anche giocare qualche minuto per la gioia dei miei figli che saranno presenti all’impianto dei Salesiani».