Ancona-Osimo

Margherita Mataloni: «La Serie A è il sogno di tutti»

La giocatrice di pallacanestro cresciuta nel vivaio dell'Ancona Basket è approdata a Battipaglia in Serie A. Con lei abbiamo parlato di sogni, di sacrifici e anche delle varie disparità in certe discipline tra maschile e femminile

Margherita Mataloni, classe 1995

ANCONA- Margherita Mataloni, classe 1995, è una di quelle ragazze che ce l’ha fatta. Partita dal basso, dal vivaio del settore giovanile dell’Ancona Basket, attraverso lavoro e dedizione è riuscita ad arrivare fino alla massima categoria. Nella prossima stagione, infatti, indosserà la casacca del Battipaglia, squadra di SerieA1, coronando il sogno che aveva fin da bambina:

«La Serie A è sicuramente un sogno che tutti hanno quando entrano in un palazzetto il primo giorno – spiega con grande saggezza la Mataloni – È lo stimolo che credo tutte le giocatrici hanno per lavorare sodo e non perdere mai la speranza. Per me è un nuovo stimolo per mettermi alla prova, per rischiare, per cercare di mettere in pratica il lavoro svolto negli ultimi anni, ma soprattutto è affacciarsi in questa nuova serie consapevole di dover imparare molto da chi mi troveró davanti ogni giorno.  Avvicinarsi al basket femminile visti i tempi non è facile, a me è capitato per caso a sei anni, perchè volevo provare tutti gli sport e inutile negarlo poi una volta che metti piede sul parquet, con una palla e un canestro, te ne innamori».

Uno sport, il basket, come altri dove forse si possono ritrovare tante disparità tra l’universo maschile e quello femminile, soprattutto in termini di attenzione e potere mediatico: «Credo che sia una cosa innegabile e credo ne siano tutti consapevoli. È normale che la fisicità maschile, le caratteristiche di gioco creano uno spettacolo maggiore, ma credo che l’impegno, il sacrificio e la costanza non vede disparità e proprio per questo vada premiato a prescindere da tutto il resto».

Un sogno che si realizza quindi e che può servire da stimolo per tante altre che provano ad emergere in questo mondo: «Diciamo che in ogni caso questo è solo un punto di partenza e non un traguardo e questo penso sia anche il consiglio che vorrei dare, prendere ogni cosa come un punto di partenza, per lavorare e credere sempre in ció che si fa, non sentirsi mai arrivate ma cercare sempre quella cosa su cui lavorare e migliorare, poi tutti i sacrifici torneranno indietro. Ho sempre avuto una parola in cui credo molto, che è “consapevolezza”, partire da questa per conoscere i propri limiti e provare sempre a superarli. Per finire, la cosa più importante, la passione, tanta tanta passione»