ANCONA- Dodici percorsi ciclopedonali per collegare i quartieri della città muovendosi a piedi e in bicicletta. Nonostante le continue salite e discese, anche Ancona può avere la sua bicipolitana. SUCCO-Q (Sistema Urbano Ciclopedonale di Collegamento Quartieri) – BICIPOLITANA di Ancona è il progetto elaborato da cinque importanti associazioni anconetane sensibili all’ambiente per rendere il capoluogo dorico una città amica dei pedoni e dei ciclisti. Ieri sera (venerdì 24 giugno) presso Casa delle Culture, a Vallemiano, Il Pungitopo – Legambiente Ancona; FIAB Ancona e Conero (Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta); CAI – Sezione di Ancona; Nordic Walking Marche e Casa delle Culture hanno presentato la loro proposta alla cittadinanza.
«Purtroppo c’è lo stereotipo che ad Ancona non ci si può muovere in bicicletta perché ci sono salite e discese, problema tra l’altro inesistente con l’avvento delle bici elettriche- afferma Gabriele Parisini, uno dei dirigenti de Il Pungitopo e membro della Commissione Sentieri del CAI-. Questo modo di pensare ha però limitato lo sviluppo di piste ciclabili e anche se recentemente qualcosa è stato realizzato, si tratta di brevi tratti e zone limitate della città. Non c’è un efficiente sistema di collegamento dei quartieri».
I 12 itinerari individuati dalle associazioni sono sicuri e lontani dal traffico, hanno pendenze limitate e attraversano per lo più zone pubbliche, giardini e parchi cittadini già accessibili al pubblico. “SUCCO-Q – BiCIPOLITANA” prevede quindi la realizzazione di una rete di piste ciclo‐pedonali per collegare le principali zone di Ancona: Stazione – ospedale di Torrette; Pinocchio – Quartieri Nuovi – Tavernelle; Stazione – Piano – Vallemiano – Pietralacroce – Parco del Conero; Stazione – Borghetto- Posatora – Piano; Stazione Archi – Centro – Viale -Passetto; Borghetto – Porto Turistico – centro; Posatora – Pinocchio; Tavernelle – Vallemiano; Quartieri Nuovi – Palombare – Piazza Ugo Bassi; Quartieri Nuovi – Stadio del Conero; Vallemiano – Borgo Rodi; Pietralacroce – Borgo Rodi – Cittadella – Centro Cittadella – Archi.
Le cinque associazioni hanno realizzato uno studio di fattibilità molto approfondito in cui, per ogni itinerario, vengono calcolati la distanza in km e il tempo di percorrenza a piedi e in bicicletta, confrontandolo poi con i tempi di percorrenza in macchina. Ad esempio: dalla stazione si potrebbe arrivare in bicicletta all’ospedale di Torrette in 20 minuti (poco più che con l’auto), al Parco del Conero in mezz’ora; dal Pinocchio a Tavernelle, passando per i parchi dei Quartieri Nuovi, bastano soli 20 minuti; dal centro allo Stadio del Conero in biciletta ci vogliono invece 40 minuti. Inoltre, lo studio è corredato dalle mappe satellitari dei singoli itinerari, la descrizione del tracciato ed anche una mappa del grado di complessità per la realizzazione degli interventi.
«Lo scorso anno, in occasione del PUMS (Piano Urbano per la Mobilità Sostenibile), abbiamo presentato il nostro progetto all’Amministrazione comunale, ma purtroppo non siamo stati ascoltati- commenta Parisini-. Dopo la delusione politica vogliamo farlo conoscere alla cittadinanza e aprire una discussione in quanto la nostra proposta rappresenta un punto di partenza».
Durante l’evento di presentazione di “SUCCO-Q – BICIPOLITANA”, i rappresentanti de Il Pungitopo – Legambiente Ancona; FIAB Ancona e Conero; CAI – Sezione di Ancona; Nordic Walking Marche e Casa delle Culture hanno evidenziato i vantaggi che deriverebbero con l’attuazione del progetto. Tra questi, la diminuzione del traffico automobilistico e di conseguenza dell’inquinamento; il miglioramento della fruizione della città da parte di cittadini e turisti per raggiungere i luoghi; possibilità per i cittadini di fare movimento migliorando la salute psico-fisica; diffondere l’immagine di Ancona come città sostenibile. Sono state inoltre mostrate delle diapositive di quanto fatto a Pesaro e a Pescara per i percorsi ciclopedonali.
«È chiaro che per realizzare questi itinerari occorrono investimenti. Serve lungimiranza da parte dei politici- dichiara Parisini-. Sappiamo che la strada è ancora lunga perché manca una cultura della mobilità dolce e sostenibile».