ANCONA – Il tasso di occupazione dei laureati Univpm, ad un anno dal conseguimento della laurea, è in linea con il dato medio nazionale e si attesta intorno al 55%. La percentuale è più elevata per i laureati magistrali biennali con un valore pari al 79,9%, superiore al dato medio nazionale del 73%. Le retribuzioni dei laureati Univpm sono più alte rispetto alla media italiana, ma nonostante la piena occupabilità, i corsi di laurea dell’Ateneo vengono scelti per lo più dagli uomini, mentre c’è una sottorappresentazione femminile all’interno delle facoltà scientifiche, sia tra studenti e laureati che all’interno del corpo docente. Sono i principali dati relativi all’anno accademico 2017-2018, che emergono dalla presentazione del bilancio sociale e del supplemento di genere dell’Università Politecnica delle Marche, illustrati oggi presso il Faculty Club della facoltà di Ingegneria del Polo Monte Dago.
«Il Bilancio Sociale – ha dichiarato il rettore Sauro Longhi – è per noi uno strumento per farci conoscere dalle diverse categorie di portatori di interesse e per mettere le loro attese sempre più al centro delle nostre scelte strategiche ed operative. In questo bilancio c’è una novità: abbiamo voluto dare una maggiore attenzione alle tematiche di genere, già presenti nel Bilancio Sociale 2016. Vista la centralità e l’attenzione che questa tematica ha nella nostra strategia le abbiamo riservato uno spazio dedicato: abbiamo infatti realizzato un Supplemento di Genere al Bilancio Sociale che ci consente di “leggere” in ottica di genere le nostre tre missioni, ovvero la ricerca, la didattica e la terza missione. Purtroppo da un’analisi dei dati d’iscrizione emerge chiaramente che le studentesse non scelgono ingegneria e, più in generale l’area STEM (Science, Techonology, Engineering, Mathematics). Abbiamo corsi di laurea come Ingegneria meccanica e Ingegneria informatica e dell’automazione, che danno la piena occupabilità a tre anni dalla laurea, ma con una percentuale bassa di studentesse».
Sotto l’aspetto economico – spiega Maria Serena Chiucchi, curatrice del Bilancio Sociale – emerge come, oltre alle risorse derivanti dai trasferimenti ministeriali (il cosiddetto FFO – Fondo di Finanziamento Ordinario), l’Univpm sia in grado di attrarre autonomamente risorse, grazie alla contribuzione degli studenti, a contributi di soggetti pubblici e privati, alle risorse derivanti da progetti di ricerca e da prestazioni di servizi, per una percentuale pari al 47% delle risorse complessive. Queste risorse (oltre 136milioni di euro) sono utilizzate nello svolgimento delle attività istituzionali e di supporto: didattica (34%) e ricerca (34%), a cui è destinata la quota maggiore, tutela della Salute (19%), internazionalizzazione (2%) e servizi di supporto alle missioni principali (11%)».
DIDATTICA – Il numero degli studenti iscritti ai corsi di studio nell’a.a. 2017/2018 è pari a 16.886 unità e il 66% degli studenti iscritti è regolare, ossia è iscritto da un numero di anni inferiore o uguale alla durata normale degli studi rispetto all’anno di ingresso in Ateneo e all’anno di corso di prima iscrizione. Nel 2017, la quota dei laureati entro la durata normale dei corsi di studio si attesta al 50%, in crescita rispetto agli anni precedenti ed in linea con la media italiana. Nei corsi di studio di primo livello, la percentuale di laureati in corso dell’UnivPM è pari al 54,3%, significativamente più elevata della media italiana (50,8%). Inoltre, il tasso di occupazione dei laureati Univpm di tutti i livelli, ad un anno dal conseguimento della laurea, è in linea con il dato medio nazionale e si attesta intorno al 55%. La percentuale risulta essere più elevata per i laureati magistrali biennali con un valore, pari al 79,9%, superiore al dato medio nazionale del 73%. In particolare, il tasso di occupazione a 5 anni è pari al 91,9% contro l’86,6% della media nazionale. Le retribuzioni dei laureati UnivPM sono più alte rispetto alla media italiana: arrivano a 1.506 euro netti mensili a fronte dei 1.410 euro della media nazionale. Buoni risultati anche sull’internazionalizzazione della didattica: oltre ai 316 accordi Erasmus+ con università di 24 Paesi, l’Univpm ha sottoscritto 333 Memorandum of Understanding con Atenei di 78 Paesi in tutto il mondo. Nell’a.a. 2017/2018, sono stati 355 gli studenti dell’Univpm in mobilità internazionale outgoing per studio verso atenei stranieri, un dato in costante crescita nel triennio (+43% rispetto all’a.a. 2015/2016), e gli studenti e neolaureati dell’UnivPM in mobilità internazionale per tirocinio sono stati oltre 230.
RICERCA – Dal bilancio sociale emerge che più di 500 professori e ricercatori, oltre 230 assegnisti e 360 dottorandi operanti nei 12 Dipartimenti dell’Univpm sviluppano attività di ricerca a livello nazionale e internazionale. Nel 2017 l’Ateneo ha stanziato quasi 5 milioni di euro destinati alla realizzazione della ricerca scientifica e dei progetti ritenuti strategici. Copiosa e a vocazione internazionale è la produzione scientifica dell’Ateneo: oltre il 70% ha rilevanza internazionale. Nel 2017, la positiva valutazione della qualità della ricerca, evidente nell’ultimo esercizio di valutazione ministeriale (VQR 2011-14), è stata ampiamente confermata dagli ottimi risultati conseguiti nella individuazione dei cosiddetti “Dipartimenti di eccellenza” delle università statali: ben 8 dei 12 Dipartimenti dell’Univpm sono stati giudicati di eccellenza nella qualità della ricerca e nella progettualità scientifica, organizzativa e didattica.
TERZA MISSIONE – Le attività con cui l’Ateneo contribuisce a trasferire conoscenze, tecnologie e innovazione nel territorio e nel sistema socio-economico sono molteplici: deposito di brevetti, creazione di spin off, convenzioni con Enti pubblici e privati, attività di Job placement e di supporto all’incontro domanda e offerta di lavoro, tirocini. Lo storico dei depositi dei brevetti e delle nuove varietà vegetali ha raggiunto un totale di 77 titoli depositati e gestiti nel corso del tempo e il 2017, con la costituzione di 4 nuovi spin-off, ha visto il numero totale degli spin-off costituiti raggiungere quota 50.
SUPPLEMENTO DI GENERE – Ad una prima lettura, i dati riportati nel Supplemento di Genere rivelano le criticità tipiche degli atenei con una marcata “vocazione” politecnica, ossia una sottorappresentazione femminile all’interno delle facoltà scientifiche, sia all’interno del corpo docente, sia tra studenti e laureati. I progressi registrati all’interno dell’Ateneo nell’ultimo quinquennio sono tuttavia rilevanti: l’incidenza femminile nel ruolo dei professori ordinari è aumentata del 6% tra il 2012 e il 2017, a fronte di un miglioramento molto più ridotto (+2%) registrato su scala nazionale. Per quanto riguarda l’inserimento lavorativo dei laureati, l’Univpm mostra divari di genere nei tassi di occupazione e nelle retribuzioni nette significativamente inferiori rispetto alla media nazionale. Ad un anno dal conseguimento della laurea magistrale, le laureate Univpm hanno tassi di occupazione di poco inferiori rispetto ai colleghi maschi (77 contro 82%, rispettivamente). Lo stesso gap risulta pari al doppio, ossia dieci punti percentuali, su scala nazionale.
Le donne sono sempre più protagoniste anche in agricoltura. Analizzando gli ultimi dati della Camera di Commercio relativi al terzo trimestre 2018, è cresciuto il numero delle imprese femminili e la loro percentuale: nelle Marche ci sono 7.723 imprese femminili, il 28% del totale, mentre al 31 dicembre 2017 rappresentavano il 23% delle aziende. Nei primi nove mesi del 2018 si sono registrate oltre 1400 imprese. «Come imprenditrici – dichiara Francesca Gironi, presidente Movimento Femminile Coldiretti Marche e nuova delegata Pari Opportunità nell’associazione europea COPA-COGECA – viviamo aspetti di uguaglianza e disuguaglianza tutti i giorni, soprattutto per quanto riguarda il poter coniugare la famiglia con la professione. Da diversi anni, come Coldiretti, abbiamo previsto nell’ambito dell’agricoltura sociale progetti di agriasilo e agrinido dove le donne possono dire la loro. La stessa Coldiretti, a livello istituzionale, è in controtendenza rispetto all’Italia: nelle Marche i ruoli chiave sono rivestiti da donne come Maria Letizia Gardoni, presidente di Coldiretti Marche e membro della giunta nazionale, Alba Alessandri, delegata Giovani Impresa, e Giuliana Giacinti alla guida di Terranostra».
Proprio per invogliare i giovani studenti a scegliere le materie STEM, il Soroptimist Club di Ancona ha lanciato il progetto «SI fa STEM» all’interno dell’Istituto comprensivo Matteo Ricci di Polverigi, dove nei mesi scorsi si sono tenuti tre incontri di formazione per docenti su coding e robotica. Competenze acquisite dagli insegnanti e successivamente trasferite agli alunni. «Tra i progetti del nostro Club – spiega la presidente del Soroptimist, Anna Maria Perdon – c’è la promozione di queste materie in particolare tra le bambine che culturalmente, a torto, vengono considerate poco inclini alle scienze. Disporre di competenze qualificate migliora le possibilità di trovare un buon lavoro. Bisogna cominciare da piccoli e stimolare queste discipline perché il Paese ne ha bisogno».
Per vedere il bilancio sociale: https://www.univpm.it/Entra/Ateneo/Politiche_e_Strategie/Bilancio_sociale_univpm_2017-2018