ANCONA – Il rapido procedere delle scienze della vita pone problemi nuovi al diritto. I temi del Biodiritto e della bioetica sono stati al centro del convegno formativo “BioDIRITTI. Il linguaggio del Diritto dalla Deontologia medica alla Bioetica” che si è svolto ieri pomeriggio nella Facoltà di Medicina e Chirurgia. Un incontro organizzato dall’Accademia Marchigiana di Logica giuridica di Ancona, presieduta dal professor Luigi Di Murro.
«L’idea del convegno – ha introdotto Di Murro, moderatore insieme al Prof. Mariano Cingolani – prende le mosse dal fatto che il rapido procedere delle scienze della vita pone problemi nuovi al diritto, che meritano approfondimento con riferimento alle tematiche più sensibili del dibattito biogiuridico odierno e con l’auspicio di costruire ponti e creare legami per rendere l’irrinunciabilità della riflessione biogiuridica quanto più possibile patrimonio culturale comune di una vasta comunità scientifica. Tali questioni (basti pensare al caso Englaro o Welby) dividono in maniera particolarmente lacerante le coscienze e conducono a dover ripensare le proprie categorie e istituti, per inquadrare i nuovi fenomeni in maniera efficace e in linea con il quadro costituzionale. Su queste basi, questa giornata di studio offre spunti di riflessione sull’oggetto del Biodiritto e della bioetica, su una possibile modellistica costruita in base all’operatività delle relative fonti giuridiche e sul metodo da adottare per valutarne criticamente le posizioni».
Il professor Fulvio Borromei, presidente dell’Ordine dei medici e degli Odontoiatri della Provincia di Ancona, ha evidenziato che i professionisti medici hanno attenzione per i temi sensibili, avendo rispetto dell’uomo e della vita e prendendosi cura delle persone. «È importante informarsi e formarsi – ha detto – per creare delle coscienze equilibrate che prendano le mosse da un tradizione, umanistica, cattolica che attinga al codice deontologico per originare una scienza eticamente modulata sui bisogni e sulle aspettative del malato e della persona sofferente. Nella mia esperienza di medico palliativista posso dire di non aver mai ricevuto richieste di eutanasia da parte di pazienti sofferenti e terminali».
Gli argomenti sono stati trattati nella prospettiva comparata e interdisciplinare, nella convinzione secondo la quale il diritto che si occupa delle scienze della vita costituisce un’area in cui, con maggior forza che altrove, emergono le sfide e i punti di criticità cui il fenomeno giuridico nel suo complesso è soggetto. «Le tematiche scelte – ha spiegato l’avvocato Sabrina Pecora, componente del comitato scientifico – sono senz’altro capaci di sensibilizzare qualunque professionista che operi nel diritto, tale è la vastità delle implicazioni di ordine filosofico, sociale e giuridico che ruotano attorno alle questioni che attengono alla dignità, alla vita, al fine vita e ai valori che ruotano intorno alla persona. Il tutto in una dimensione che guarda con particolare attenzione agli aspetti che la realtà dei casi concreti pone all’operatore giudiziario, traendo anche profitto dall’esperienza maturata sul campo».
Durante il convegno è intervenuto anche il cardinale Edoardo Menichelli, il quale ha rilevato che il senso della vita va perimetrato per evitare gravi conseguenze per il genere umano che tende a diventare padrone della vita. Il Cardinale ha ribadito come oggi si assiste al “medicalmente desiderato”, al “desiderio della morte”, all’aborto eugenetico, all’eutanasia. «Bisogna ritornare all’inviolabilità della vita – ha detto – che è un valore non “usabile”, ma un dono grandissimo di senso e di cammino per ciascuno. La vita chiede di essere difesa e onorata, con un percorso serio e integrato sul versante culturale, etico e della medicina».
Tra gli altri relatori anche Claudio Buccelli, professore Ordinario di Medicina Legale presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, che ha affrontato la tematica della vita nascente e vita morente, dalla procreazione assistita al testamento biologico, con copiosa casistica in tema di maternità surrogata e accanimento terapeutico. Gli avvocati Veronica Della Monaca e Gesi Dignani, componenti del consiglio direttivo dell’Accademia e del comitato scientifico, hanno chiarito che «si è scelto di analizzare le giurisprudenze di merito, di legittimità e delle Corti sovranazionali, ai nessi di collegamento fra i sistemi di protezione, alle soluzioni offerte e alle prospettive che si aprono rispetto ai molteplici e variegati casi concreti che possono presentarsi all’attenzione dell’operatore e del giudice ponendo di fronte ad una scelta etica».