ANCONA – Successo per l’appuntamento “Il biologico dal campo alla tavola: innovazione e ricerca nelle Marche” che si è tenuto il 5 maggio, presso l’Aula Magna del Dipartimento di Scienze Agrarie Alimentari e Ambientali dell’Univpm e trasmesso in diretta su youtube, organizzato dal Cluster Agrifood Marche in collaborazione con la Fondazione Cluster Marche, l’Università di Camerino, l’Università di Macerata, l’Università di Urbino e l’Università Politecnica delle Marche insieme ai principali Enti di ricerca del territorio, in primis CREA, IRBIM CNR e Meccano spa.
L’iniziativa era incentrata sul ruolo della ricerca nel comparto agroalimentare bio regionale e sulle sfide che la ricerca e le imprese dovranno affrontare nel prossimo futuro.
Il Cluster Agrifood Marche è un’associazione senza scopo di lucro composta dalle quattro Università delle Marche (UNICAM, UNIMC, UNIVPM, UNIURB), Istituti di Ricerca, imprese che sono legate al mondo agricolo, alimentare ed ittico, associazioni di categoria e società di servizi che collaborano tra loro per soddisfare le necessità di innovazione lungo l’intera filiera agro-alimentare del territorio marchigiano. Tale associazione nasce nel marzo 2015 con l’obiettivo di incrementare la competitività del settore agro-alimentare regionale attraverso la cooperazione e il trasferimento di conoscenza tra i diversi attori appartenenti alla filiera, coniugando innovazione e tradizione.
L’incontro è stato aperto dal Presidente del Cluster Agrifood Marche Massimo Fileni, seguito dai saluti del Vice Presidente e Assessore all’Agricoltura, Attività Produttive Regione Marche Mirco Carloni, dai saluti istituzionali dei rettori e delegati delle Università delle Marche insieme alla Presidente della Fondazione Cluster Marche Rosaria Ercoli.
Il webinar si è aperto con le sessioni tematiche per gli ambiti legati al sistema della ricerca delle Marche: l’innovazione delle filiere agroalimentari biologiche e il mercato con i relatori Roberto Papa Univpm, Elena Viganò Uniurb, Fabio Brescacin Ecornaturasì, Alessandro Buoso Coal e Raffaele Zanoli Univpm.
Successivamente, si è passati al tema della digitalizzazione e Intelligenza Artificiale a supporto dell’agricoltura biologica con Emanuele Frontoni Univpm e Pamela Lattanzi Unimc. La sessione è stata moderata da Letizia Urbani di Meccano spa.
Tantissimi altri spunti di riflessione dal mondo della ricerca e delle imprese sono stati condivisi con tutti i presenti in sala e collegati da remoto. Si è passati dall’orticoltura biologica (Gabriele Campanelli, CREA), all’irrigazione fotovoltaica e di precisione nei sistemi agro-forestali in regime biologico, (Luigi Ledda, UNIVPM); alla valorizzazione delle terre marginali e abbandonate con la zootecnia biologica anche in un’ottica di land sharing (Monica Guarino Amato, CREA), le varietà e reimpiego delle sementi in agricoltura biologica (Serena Mariani, UNIMC), agli insetti utili e dannosi (Paola Riolo, UNIVPM), il miglioramento genetico per i sistemi agricoli bio (Elena Bitocchi, UNIVPM). Naturalmente non è stata esclusa la grande attenzione del bio alla salute umana con le relazioni sui nuovi prodotti anche tipici, inclusi i prodotti dell’acquacoltura delle Marche (Gian Marco Luna, CNR), la mela rosa dei Sibillini (Filippo Maggi, UNICAM) e le nuove leguminose con Sofia Ghitarrini, ISEA.
Mirco Carloni, Vicepresidente della Regione Marche ha parlato nel suo intervento iniziale della credibilità delle Marche incentrata sulla qualità e sulla sicurezza agroalimentare e del Distretto Biologico Regionale che serve a creare un forte biglietto da visita soprattutto per le aziende locali che hanno messo al centro dell’impresa la salute e la biodiversità concludendo con l’auspicio che la nostra regione deve essere attrattiva anche per giovani e tecnologia.
«Ci occupiamo di food, nutrizione, sicurezza, tecnologie e agricoltura intesa come custode dell’ambiente, ha affermato Massimo Fileni Presidente del Cluster Agrifood Marche. Il cluster mette in relazione imprese e ricerca – continua Fileni – per il trasferimento della conoscenza in una regione che ha cinque eccellenze come dice il rapporto CDP 2021: biologico, economia circolare e formazione in primis. Le Marche hanno il 22% di SAU biologica, percentuale già molto alta rispetto a quanto chiesto dalla sfida del Green New Deal Europeo».
«Il Cluster Agrifood lancia un bel segnale – afferma Rosaria Ercoli Presidente della Fondazione Cluster Marche – la ricerca del nuovo coniugato con la sostenibilità va oltre gli effetti devastanti del virus, in rispetto delle giovani generazioni a cui è riservato il futuro. Chi poteva riprendere il percorso di confronto se non il Cluster della filiera che economicamente parlando meno è stata toccata dagli effetti devastanti della Pandemia. Le conoscenze messe a disposizione e coniugate con l’applicazione, l’evoluzione del biologico ‘dal campo alla tavola’ prodotti che arrivano sulle ns tavole senza impattare negativamente nella terra, nell’acqua e nell’aria».
«Il convegno vuole aprire nuove prospettive sul tema dell’agricoltura – afferma il Rettore dell’Univpm Prof. Gian Luca Gregori – e il biologico rappresenta un enorme opportunità per guardare ai mercati internazionali. Va in questa direzione il nostro nuovo corso di laurea in ‘Sistemi agricoli innovativi’ dove si applicheranno le nuove tecnologie all’agricoltura. La ricerca, quindi, diventa fondamentale per lo sviluppo del territorio e per trasferire innovazione alle imprese. Per questo, oggi, sono presenti, per dare il loro contributo, tutte le Università delle Marche».
«L’impegno di Unicam e degli altri Atenei marchigiani all’interno del Cluster Agrifood – ha affermato il Rettore Unicam Prof. Claudio Pettinari – conferma ancora una volta l’importanza delle attività di trasferimento tecnologico dell’innovazione prodotta all’interno dei nostri laboratori a beneficio dello sviluppo economico del territorio, attraverso il sostegno alle imprese che in esso vi operano, in questo caso per la valorizzazione del settore agroalimentare, una delle eccellenze della nostra Regione».
«La politica agricola è stata la prima politica comune – afferma il Rettore dell’Unimc Prof. Francesco Adornato – con le merci che circolavano più liberamente delle persone e strumenti monetari precedenti l’euro. Nel tempo l’agricoltura è diventata plurale: biologica, di montagna, sociale, urbana. L’agricoltura biologica, in particolare, ha tante specificità, che questo convegno ha approfondito: produce beni alimentari, ma, al tempo stesso, protegge valori primari come l’ambiente e la salute, comunica e fidelizza».
«Per il rafforzamento dell’agricoltura biologica – sottolinea il prorettore vicario dell’Ateneo di Urbino prof. Vieri Fusi – è necessaria un’intensa attività di ricerca, a partire da quella di base, e di diffusione delle innovazioni. Una ricerca che sia fortemente interdisciplinare, per rispondere alla complessità di questo processo di transizione ecologica, accompagnata da specifici programmi di formazione, come quelli attivati dal nostro Ateneo. E, naturalmente, è indispensabile un collegamento forte e collaborativo tra Università, enti di ricerca, associazioni e imprese, come dimostrato dal ricco confronto che ha caratterizzato il Convegno».
Gian Marco Luna, Direttore IRBIM CNR, concentra l’attenzione sulla Blu Economy: «l’acquacoltura è, e sarà, fondamentale per l’alimentazione umana; non è un lusso ma una necessità che ha in sé tante sfide che andranno affrontate con un approccio ‘One Health’, coniugando la salute dell’ambiente, degli organismi allevati e dell’uomo. Il comparto della mitilicoltura nelle Marche ha avuto importanti incrementi produttivi, è un settore sicuramente da tutelare».
Gabriele Campanelli CREA si è soffermato sull’importanza di «studiare l’agricoltura biologica a livello di sistema per una valutazione anche delle esternalità ambientali. Successivamente ha illustrato le attuali ricerche sull’agricoltura biologica come la gestione conservativa del terreno, la diversificazione colturale mediante le consociazioni, il miglioramento genetico partecipativo e l’agricoltura di precisione».
A concludere l’appuntamento gli interventi significativi dal mondo imprenditoriale biologico marchigiano a confronto in una tavola rotonda moderata dal Presidente Agrifood Massimo Fileni. Si è parlato di pasta biologica con Giovanni Girolomoni dell’Azienda Girolomoni, di agricoltura biologica, etica e rete con Bruno Sebastianelli de La Terra E Cielo, di olio biologico ad alto valore salutistico con Francesca Petrini de la Fattoria Petrini, di vini biologici del matelicese con Marco Vecchioli di Borgo Paglianetto, di ortofrutta biologica e logiche del mondo distributivo con Alessandra Damiani di Orsini E Damiani Srl e di packaging ecologici, sostenibili e innovativi con Giuseppe Marconi di Mulini E Pastifici 1875. La tavola rotonda si è chiusa con l‘intervento di Bruno Garbini di Arca SRL sul tema dell’Agricoltura per la Rigenerazione Controllata dell’Ambiente.
Per rivedere il convegno ecco il link: https://www.youtube.com/watch?v=YeYEPy68Ma4