Ancona-Osimo

Bollette alle stelle, le imprese minacciano di fermare la produzione. Pierpaoli (Cgia): «Serve provvedimento straordinario del Governo»

Confartigianato Ancona Pesaro-Urbino dà voce al grido d'allarme delle imprese. I rincari energetici mettono in crisi l'intero sistema economico

Imprese in allarme per i rincari energetici. Produzione e posti di lavoro a rischio. Dai dati presentati oggi (7 dicembre) in conferenza stampa dalla Confartigianato Ancona, Pesaro-Urbino emerge un quadro preoccupante. «Serve un provvedimento straordinario del Governo nazionale – afferma il segretario Cgia, Marco Pierpaoli – altrimenti si rischia il collasso del sistema economico».

La crisi

I numeri evidenziati dall’Osservatorio della Confartigianato rappresentano una situazione prossima a una crisi senza precedenti.

Il segretario generale di Confartigianato imprese Ancona- Pesaro e Urbino Marco Pierpaoli

E proprio in un momento in cui le imprese avevano invertito il trend negativo provocato dall’emergenza pandemica. All’orizzonte ci sono previsioni di ripercussioni pesantissime anche sui prezzi finali dei prodotti: «Dal 100% al 200%» annuncia Pierpaoli. Un problema di cui si è fatto portavoce anche il vicepresidente della Regione Marche, Mirco Carloni: «Il tema non passa certo inosservato – afferma il vicepresidente – è anzi una nostra priorità sollevare l’attenzione del Governo nazionale. Dalla situazione attuale a far saltare l’intero sistema economico, il passo è breve».

I dati

L’Osservatorio della Confartigianato ha raccolto i dati per ciascun settore e ha prodotto alcune proiezioni sugli effetti dei rincari energetici. «A gennaio 2020 il costo dell’energia all’ingrosso si aggirava intorno ai 60 euro megawatt/ora – spiega il responsabile servizio energia di Confartigianato, Maurizio Venanzoni – ora tocca punte di circa 270 euro megawatt/ora». E secondo una prospettiva declinata per ciascun settore si evidenzia che, ad esempio, il comparto della meccanica spenderebbe circa 15mila euro in più al mese. Il settore della serigrafica 6mila euro e il panificio circa 820 euro al mese in più. Cifre che non consentirebbero alle imprese la sostenibilità produttiva. «Stiamo già ricevendo informazioni da parte di alcune aziende che vorrebbero interrompere la produzione – afferma il presidente di Confartigianato, Graziano Sabbatini – ciò comporterebbe una crisi evidente anche sui posti di lavoro». Tra l’altro uno degli effetti post-pandemia, che ha già fatto piegare le ginocchia al tessuto imprenditoriale, è l’aumento dei costi delle materie prime. «Una tale congiuntura rappresenta il culmine della criticità» incalza Sabbatini.

Le testimonianze

Tra i settori maggiormente toccati dall’aumento dei costi dell’energia ci sono il comparto della meccanica e dei panificatori. «Abbiamo già accusato il colpo dei rincari sulle materie prime – spiega Marcello Bellucci, presidente Confartigianato Meccanica – adesso assistiamo ad aumenti dei consumi che vanno dal 50 al 200%. Una cosa del genere è intollerabile». Luce e gas sono i tasti dolenti per le imprese. «Il prezzo medio del pane al consumatore è di 4 euro al chilo – incalza Ennio Lombardi, rappresentante Confartigianato panificatori – adesso, per recuperare gli aumenti sui consumi, a quanto dovremmo metterlo? A 50 euro al chilo? È una situazione davvero paradossale». Intanto il Governo nazionale ha già stanziato 3 miliardi di euro per calmierare il costo dell’energia all’acquisto. «Segnale che a Roma hanno intanto preso in mano il problema – replica Pierpaoli – ma occorre fare di più».