Ancona-Osimo

Bollette troppo care. Le piscine comunali di Ancona a rischio chiusura

Energia elettrica e riscaldamento mettono ko gli impianti sportivi. Le piscine comunali di Ancona rischiano lo stop. Ecco cosa dice Igor Pace, amministratore di Co.Ge.Pi (Consorzio Gestione Piscine)

ANCONA – I costi di energia elettrica sono passati da 3.500 al mese a 11mila. E la bolletta del gas non è ancora arrivata: «la botta grossa verrà da lì» commenta intimorito Igor Pace, amministratore di Co.Ge.Pi (Consorzio Gestione Piscine). La società si occupa di erogare il servizio pubblico di tre impianti natatori, di cui due nella città di Ancona (Passetto e Ponterosso) e uno a Chiaravalle. Solo nel capoluogo i due impianti ospitano 450 atleti, tra pallanuoto, nuoto master, nuoto sincronizzato e nuoto. 

Il rischio per le piscine

Il discorso è molto semplice: «Spendiamo più di quello che incassiamo – spiega Pace – dunque siamo in pericolo, seriamente». Il rischio di chiudere gli impianti è concreto, anche se il Comune di Ancona sta cercando di fare il possibile per far sì che ciò non accada. «Con il Comune di Chiaravalle ne stiamo parlando – continua Pace – vedremo cosa succederà. Perché qui stiamo davvero vivendo al minuto, neanche alla giornata». Pace delinea anche uno scenario molto realista: «Se tengo aperti gli impianti e tra due mesi non riesco a pagare le bollette – dice – va a finire che mi staccano le utenze e chiudo comunque, ma con un debito di circa 70mila euro. Perché è di queste cifre che stiamo parlando. Se invece chiudessi oggi, al massimo potrei essere citato in tribunale dal Comune per inadempienza. Ma almeno senza debiti». Tutto chiaro, quindi. Ma questo è uno scenario che comunque l’amministratore della Co.Ge.Pi cerca di evitare. «Oggi (lunedì 7 febbraio, ndr) incontreremo il governatore Acquaroli – afferma Pace – a cui sottoporremo le criticità che stanno stritolando il nostro settore». 

La crisi

I rincari dei costi energetici arrivano in un momento in cui le imprese stanno affrontando una crisi che le ha messe in forte sofferenza. I due anni di pandemia hanno assestato un colpo devastate alle attività produttive, da cui molte non sono riuscite più a riprendersi. E in questo periodo si sta anche manifestando una contrazione enorme dei consumi. «Sarà per via del picco dei contagi, o perché la gente ha paura di contrarre il virus – continua Pace – ma assistiamo ad un calo importante di ingressi». E a questo si aggiunge anche il problema dei ristori «che vengono assegnati sulla base della ragione sociale dell’impresa – continua l’amministratore della Co.Ge.Pi – ma noi, essendo un consorzio senza scopo di lucro, non siamo compresi dalla manovra economica». Quindi oltre al danno, la beffa. 

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