ANCONA- Non hanno indossato il copricapo in segno di sobrietà e rispetto alle comunità colpite dal sisma, i giudici della Corte d’Appello di Ancona e della Procura generale durante l’inaugurazione dell’anno giudiziario 2017. Durante la relazione sull’amministrazione della giustizia nel distretto di Ancona dal 1 luglio 2015 al 30 giugno 2016, il presidente della Corte D’appello, Carmelo Marino, ha affrontato temi rilevanti a cominciare dagli eventi sismici che hanno colpito le Marche nei mesi scorsi in quanto inevitabilmente andranno a pesare ulteriormente sulla macchina della giustizia. Il contenzioso pendente nella regione potrebbe infatti aggravarsi di un ulteriore 5-10%.
Un’altra emergenza che si aggiunge a quella del terremoto sono i ricorsi da parte dei richiedenti asilo che non hanno ottenuto dalla Prefettura lo status di rifugiato. Con la nuova legislazione, si è verificata un’esplosione di ricorsi da parte dei richiedenti asilo impugnati in tribunale in primo grado e in corte d’Appello.
Sono circa 100 al mese. «Abbiamo registrato 1.250 procedimenti per il primo grado e 1.063 in Corte d’Appello. C’è poco tempo in quanto le cause devono essere decise entro sei mesi dal ricorso. Per il primo grado arrivano magistrati da fuori e che per 18 mesi trattano esclusivamente questo tipo di procedimenti. In Corte D’appello invece, dobbiamo fare fronte con le nostre risorse» afferma Marino.
Per quanto riguarda l’attività giudiziaria del 2016, si è registrata una risposta migliore e più sollecita rispetto al periodo precedente anche se non ancora del tutto soddisfacente. Con il processo di digitalizzazione, l’apporto della componente onoraria in Corte d’Appello e i nuovi modelli organizzativi, si è verificato un miglioramento del trend dei procedimenti ultratriennali scesi dal 17% all’11% nel penale e dal 34% al 30% nel civile.
Si è discusso anche dell’ex Palazzo della Provincia in Corso Stamira che presto potrebbe divenire la sede della cittadella giudiziaria ed ospitare la Corte D’Appello, la Procura generale e il tribunale di sorveglianza. L’Invimit, una società dello Stato, sarebbe disposta a pagare 9 milioni di euro per acquistare l’immobile abbandonato e ristrutturarlo.
Per quanto concerne i dati dei reati, alto il numero di furti, spaccio, violenze in famiglia e reati per guida in stato di ebbrezza.