ANCONA – Nei giorni di festa, per tradizione, ci si riunisce in famiglia intorno a una tavola, con un menù sicuramente più ricco del solito. Ai giorni più importanti delle festività natalizie, in occasione del cenone della vigilia, o del pranzo di Natale, o a Capodanno, si affiancano, così, soprattutto i piatti della tradizione marchigiana, che sono diversi da zona a zona e che variano anche secondo i gusti di ciascuno o le scelte di cucina. Nelle Marche sono numerose le specialità e le abitudini in occasione delle feste. Così, sulla tavola addobbata, finiscono pronti per essere assaporati antipasti di pesce come insalate di pesce, canocchie lesse, crostini o tartine con il salmone, cocktail di gamberi, ma anche olive all’Ascolana, spiedini di formaggio, e bruschette varie. E così via. Dipende non solo dalle tradizioni di ciascuna famiglia, ma anche dal giorno, visto che chi rispetta le antiche usanze cattoliche il giorno della vigilia di Natale, per il cosiddetto cenone, prepara solo pesce, magari sfruttando l’occasione, specie ad Ancona, per proporre uno stoccafisso all’Anconetana. E poi il giorno di Natale ci sono i cappelletti in brodo, i vincisgrassi, i maccheroni di Campofilone, la carne per secondo piatto, il fritto, e sempre, in ogni circostanza, tutti i dolci tipici del periodo delle festività natalizie, dai più conosciuti a quelli più particolari e tipici di certe zone. Il tutto sempre accompagnato da buon vino. La scelta dei vini non è un aspetto secondario per brindare alle feste: naturalmente è impossibile avere un vino diverso per ogni piatto, ma la figura del sommelier serve anche a questo, a scegliere, cioè, il vino migliore da abbinare a ciascun piatto o tipoligia di piatti. Ecco dunque l’opinione di Bruno Paialunga, di Falconara, sommelier e degustatore dell’Ais (Associazione italiana sommelier), nonché consigliere regionale e referente per Marche per la guida Vitae, guida dei vini dell’Ais nazionale. Sua la scelta di un vino marchigiano e uno non del territorio da abbinare ai piatti principali della tradizione marchigiana.
Con gli antipasti di pesce in genere: «Per cominciare ci starebbe benissimo una bella bollicina Metodo Classico, che accomuna tutti gli antipasti di pesce. Il salmone affumicato, sapido e amarognolo, comunque grasso e a tendenza dolce richiederebbe, però, un bianco morbido. Ma in generale diciamo Metodo Classico prodotto nelle Marche, oppure uno Champagne».
Con il brodetto: «Un Verdicchio, un Pecorino, un Bianchello, oppure al di fuori della regione la scelta può cadere su un Soave».
Con lo stoccafisso all’Anconetana: «Un Verdicchio dei Castelli di Jesi classico superiore, oppure un Verdicchio di Matelica, fuori regione un Lugana, parente del Verdicchio».
Con il salmone al forno con patate: «Un Verdicchio dei Castelli di Jesi classico o classico superiore, fuori regione sceglierei una Vernaccia di San Gimignano oppure un Gewurtztraminer».
Con altro pesce al forno con patate: «Un Offida Pecorino o un Verdicchio Riserva oppure al di là delle Marche un Roero Arneis oppure un Collio».
Con i cappelletti in brodo: «La regola dice che con il brodo non si abbinerebbe niente, ma c’è una tradizione secondo cui nel brodo per i cappelletti ci andava un cucchiaio di vino rosso. Dunque abbinerei un rosso, non troppo alcolico, tipo un Colli Pesaresi Sangiovese, oppure al di fuori della regione un Dolcetto d’Asti».
Con i vincisgrassi: «Ci vuole un rosso strutturato, Rosso Piceno o Rosso Conero, oppure andiamo in Piemonte, un Freisa, un Barbera, o sul Garda con un Bardolino».
Con i maccheroni di Campofilone (con sugo rosso): «Come i vincisgrassi, ma ci potremmo mettere anche un Pergola rosso».
Con il cappone e tacchino bollito: «Un rosso, sempre Rosso Piceno e Rosso Conero, anche un Colli Maceratesi rosso, al di fuori della regione sceglierei il Lambrusco, un abbinamento di tradizione».
Con il cappone al forno: «Qui serve un Conero Riserva, un Offida Rosso, al di fuori delle Marche un Valpolicella ripasso».
Con fritto misto alla marchigiana: «Qualcuno proporrebbe bianchi, io scelgo un rosso di corpo medio-leggero, nelle Marche una Lacrima di Morro, oppure un Sangiovese delle Marche, al di fuori un Bardolino».
Con il panettone e pandoro: «I vini dolci da uve moscato prodotti nelle Marche. Quelli tipo Moscato d’Asti oppure l’Asti Spumante. Anche nelle Marche esistono diverse aziende che fanno vino spumante da uve moscato».
Con il torrone: «Se ha il cioccolato un Verdicchio passito, fuori dalle Marche un Vin Santo toscano oppure un Vino Santo del Trentino o un Moscato di Scanzo. Se invece è un torrone classico e bianco ci può stare anche la tipologia del Moscato d’Asti, come con panettone e pandoro».
Con i dolci tipici marchigiani, come il frustingo, i cavallucci con la sapa, oppure la serpe di Cingoli: «Sceglierei un vino passito rosso, un Lacrima di Morro passito, oppure fuori dalle Marche il Sagrantino di Montefalco passito».