«In un momento storico così delicato è necessario costruire un’identità del popolo europeo, riscoprire e valorizzare le nostre origini e radici. E proprio dalle Marche, attraverso l’arte, vogliamo promuovere un modello senza tempo di ispirazione per l’Europa moderna: l’eredità di Federico II; ritrovare il senso delle nostre origini significa riscoprire il valore della cooperazione e del dialogo, principi che Federico II incarnò nella sua vita e nel suo regno». Con queste parole l’onorevole Carlo Ciccioli, eurodeputato di Fratelli d’Italia-ECR ha inaugurato la mostra “L’eredità di Federico II: un modello senza tempo e un padre dell’Europa” al Palazzo Antall del Parlamento Europeo.
«Esprimo la mia gratitudine all’onorevole Ciccioli per aver dato vita a questa importante iniziativa – ha detto la vice presidente del Parlamento Europeo Antonella Sberna – Tra le nostre deleghe c’è proprio lo sviluppo della ”House of European History” un museo permanente della storia dell’Unione Europea dalla fondazione fino ad oggi che in futuro potrà ospitare importanti esposizioni tematiche temporanee come questa».
L’esposizione al Parlamento Europeo celebra due importanti anniversari: l’830° anniversario della nascita di Federico II, avvenuta a Jesi nel 1194, e l’800° anniversario della fondazione dell’Università di Napoli Federico II, tra le prime al mondo, da questi istituita nel 1224.
L’intervento del curatore della mostra, Fulvio Delle Donne dell’Università Federico II di Napoli, ha messo in luce in particolare come Federico II, pur non essendo un “pacifista”, da politico lungimirante, ha mostrato, con la sua “crociata della pace” (1228-1229), che si può scegliere la via diplomatica invece dello scontro armato, che porta inevitabilmente morte e devastazione.
“L’eredità di Federico II: un modello senza tempo e un padre dell’Europa”, organizzata e promossa da Carlo Ciccioli, è stata realizzata con il sostegno della Regione Marche per la promozione della macroregione adriatica ionica, del Gruppo dei Conservatori e Riformisti Europei (ECR) e della Associazione Culturale Sulvic di Ancona.