FALCONARA – Si chiama “Non fare il Bullo”, il progetto dell’Istituto Comprensivo “Galileo Ferraris” di Falconara Marittima realizzato con il contributo della Presidenza del Consiglio dei Ministri-Dipartimento per le Pari Opportunità. E’ stato presentato venerdì 8 nel corso di un incontro in Regione, a Palazzo Li Madou, e si è classificato al primo posto, su oltre 500 candidature, nella graduatoria nazionale del bando del Dipartimento per le Pari Opportunità. Scopo del convegno, sensibilizzare docenti, educatori, famiglie e tutti gli intervenuti, su tematiche di grande attualità, quali bullismo, cyberbullismo e rispetto delle pari opportunità.
L’incontro è stato introdotto dalla Dirigente Scolastico dell’Istituto Comprensivo Ferraris, Maria Ambrogini, che ha sottolineato l’importanza della scuola nella promozione di buone relazioni, dialogo e mediazione nel contenere i comportamenti aggressivi. «Secondo un rapporto Istat – spiega la dirigente – oltre il 50% dei ragazzi in età scolare dichiara di aver subito offese dai compagni. Questo aumento dei fenomeni di aggressività è collegato al fatto che i ragazzi sono sempre più connessi ai “device” tecnologici».
Ambrogini ha poi auspicato che gli interventi attuati non restino fenomeni isolati, ma diventino iniziative stabili e continuative nel tempo. Dello stesso avviso Roberta Montenovo, avvocato dell’Associazione Donne e Giustizia che gestisce lo sportello antiviolenza di Ancona, la quale ha evidenziato che «le azioni educative devono avere carattere di continuità nel tempo, come imposto dalla Convenzione di Instanbul sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica».
Di Convenzione di Instanbul ha parlato anche Eugenia Gammarota, funzionario del Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri: «Il bando raccoglie l’invito del Consiglio Europeo che negli articoli 14 e 12 della convenzione invita gli stati membri ad inserire strumenti didattici e percorsi formativi per docenti e ragazzi allo scopo di contrastare la violenza di genere. Stiamo operando nelle scuole anche su altri versanti – ha precisato il funzionario – è in elaborazione un progetto della Comunità Europea denominato “Creative” che si rivolgerà a tutte le scuole ed agli alunni a partire dai 3 anni di età, e che consisterà nella realizzazione di un prodotto editoriale da distribuire nelle scuole».
Il nuovo bando, che coinvolgerà una ventina di scuole sul territorio nazionale, si incentrerà su tematiche fondamentali quali il rispetto dell’altro, il sentimento del volersi bene e dello stare insieme, e la necessità di esprimere i sentimenti negativi senza sfociare nella violenza. Le iniziative si diversificheranno in base all’età dei ragazzi: dai 6 agli 11 anni consisterà in un racconto figurato, mentre per i ragazzi oltre gli 11 anni verrà creata una apposita App per smartphone che insegni, giocando, a controllare i sentimenti aggressivi. Sempre nell’ambito del progetto Creative, per le scuole superiori saranno previsti dei filmati che avranno per protagonisti ragazzi e che si svolgeranno sul campo di calcio.
Il Presidente del Consiglio Regionale, Antonio Mastrovincenzo, dopo aver fatto riferimento alla Legge 71, la recente normativa nazionale per la prevenzione del cynerbullismo, ha anticipato che «entro il mese di settembre sarà presentata una proposta di legge regionale caratterizzata da iniziative di prevenzione e sensibilizzazione, a sostegno delle vittime» e che sarà istituita un‘apposita consulta per un monitoraggio costante di questi fenomeni, «L’obiettivo – ha spiegato Mastrovincenzo – è approvarla entro fine anno». Ha poi ribadito «la grande solitudine in cui vengono a trovarsi molti ragazzi e la necessità di avvicinare i loro mondi per conoscerli più da vicino. La scuola è determinante perché può intervenire attraverso una logica educativa, invece che repressiva, ma resta l’importanza di dare vita ad una grande alleanza che veda più soggetti interagire fra di loro».
Anna Maria Nardiello dell’Ufficio Scolastico Regionale ha posto l’accento sull’importanza di «insegnare ai ragazzi empatia, comprensione e accettazione delle diversità altrui, allo scopo di prevenire le condotte violente. C’è spesso una connessione tra discriminazione e violenza».
Corale il rilievo attribuito al mondo educativo, nella prevenzione e contrasto del bullismo: come ha ricordato Laura Pulcini del Coordinamento Nazionale Pari Opportunità e Politiche di genere della UIL «la scuola è il luogo in cui i ragazzi trascorrono la maggior parte del loro tempo e dove si formano politiche sociali. I comportamenti violenti vengono riportati anche nel mondo del lavoro».
Il “cuore” del progetto, presentato ufficialmente da Marina Capomagi dell’IRASE Ancona, vedrà il coinvolgimento di oltre 40 scuole di ogni ordine e grado, dislocate sul territorio marchigiano. Sono previste attività di informazione, formazione, laboratori, iniziative culturali e di mobilitazione civica che interesseranno studenti, docenti, personale scolastico e famiglie. Il programma proposto si pone l’obiettivo di ridurre le manifestazioni di violenza, aggressività, bullismo e cyber bullismo nei contesti scolastici, con un attenzione particolare alla violenza di genere e alla discriminazione razziale. Il piano, che si articolerà fino a novembre 2017, prevede seminari provinciali di formazione-informazione, aperti a docenti, ATA e genitori, nelle città di Fano, Falconara Marittima, Monte San Giusto, Amandola e Ascoli Piceno. Seguiranno laboratori in classe con la partecipazione di esperti. Il progetto si concluderà con un seminario regionale e uno nazionale organizzati rispettivamente da UNICAM e da Human Fondation.
L’incontro è stato moderato da Meri Marziali, Presidente della Commissione Pari Opportunità della Regione Marche, che ha ribadito l’importanza di «un cambiamento culturale per contrastare la violenza di genere» ed ha confermato la presenza di un nuovo bando in scadenza il 30 settembre, che coinvolgerà le istituzioni nel contrasto alla violenza di genere.
Il Garante Regionale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, Andrea Nobili, ha sottolineato che «bullismo e cyber bullismo, sono la spia di un disagio giovanile che va affrontato e per avere efficacia le azioni di prevenzione e contrasto di questi fenomeni vanno attuate con il coinvolgimento di più attori, a partire dalle istituzioni scolastiche». Il garante, in prima linea nelle iniziative di contrasto ai fenomeni di bullismo e cyberbullismo, ha in previsione percorsi di formazione rivolti a docenti e genitori in partenza entro fine anno. Un altro versante di impegno è quello della promozione di un utilizzo consapevole delle nuove tecnologie.
Il ruolo degli smartphone e dei social network nell’innesco di comportamenti aggressivi e offensivi nei ragazzi è stato sottolineato anche da Eleonora Nocito, avvocato esperto in Criminologia Minorile: «I ragazzi, già all’età di 10-12 anni hanno uno smartphone, ma solo un terzo dei genitori – ha dichiarato la Nocito – utilizza filtri di parental control per tutelare la sicurezza dei figli. Il cyberbullismo è più difficile da individuare e ha conseguenze più gravi, perché può non avere confini spazio temporali».
Sul versante dell’individuazione dell’origine del disagio l’intervento del professor Federico Batini, docente di Filosofia, scienze Sociali, Umane e della Formazione dell’Università di Perugia. « I ragazzi sono figli della cultura in cui vivono – ha sottolineato Batini – esiste la violenza di genere perché viviamo in una cultura maschilista ed esiste il bullismo perché proponiamo ai ragazzi modelli di prevaricazione sugli altri come valore positivo. Le origini del disagio siamo noi».