ANCONA – Ora basta, stop alla baby gang: pugno di ferro contro il bullismo. La campagna di sensibilizzazione nelle scuole anconetane è iniziata due giorni fa e procede spedita. In città, ultimamente, si registra un’escalation di violenza: a far discutere, di recente, è stato un episodio che ha coinvolto alcune ragazze al luna park di piazza Pertini. Una di loro avrebbe strappato una ciocca di capelli alla rivale, postandola poi su Instagram.
I ragazzi delle classi quarte dell’istituto classico Rinaldini di Ancona, oggi, hanno incontrato Patrizia Guerra, che tutti – ormai – conosciamo come «mamma coraggio». Suo figlio ha infatti più volte subìto la ferocia dei bulli e ora, in prima linea sulla sensibilizzazione c’è lei, mamma Patrizia. Al suo fianco, il Moige, Movimento Italiano Genitori, e i Carabinieri di Ancona.
Al Rinaldini, la giornata è iniziata alle 10: il camper del Moige è arrivato con, a bordo, il presidente e gli psicologi dell’organizzazione. «Come rispondono i ragazzi nelle scuole? All’inizio, la loro reazione è passiva: rimangono a guardare e ad ascoltare senza parlare, ma quando uno di loro comincia ad intervenire, allora si instaura un bel dialogo che coinvolge tutti».
«In questi giorni, sto capendo che nelle scuole c’è bisogno di parlare e c’è necessità di ascolto. I ragazzi mi sembrano oppressi e pare che vogliano gridare. È nostro compito ascoltarli. Gli alunni vogliono confrontarsi, ma il dialogo talvolta manca ed è forse questa una delle cause del clima violento che si respira in città. I ragazzi – ribadisce Guerra – hanno bisogno di confrontarsi tra loro, però, secondo me, la scuola sta perdendo di vista la necessità di dialogo. È un handicap che va sanato».
Sono tre gli episodi che hanno coinvolto il figlio di Patrizia Guerra: uno risale alla notte bianca del 2019, prima del covid, «quando un gruppo di bulli si è avvicinato con fare minaccioso a mio figlio chiedendogli perché lui li guardasse. Ma lui – chiaramente – non li aveva neppure visti. Questa è la solita scusa per attaccare briga. Mio figlio, un ragazzo educato, non reagiva, ma la rabbia dei bulli è esplosa e uno di loro gli ha preso la testa per dargli un pugno», ma mamma Patrizia l’ha bloccato.
Poco dopo, si è ritrovata circondata da 10 persone: «Quando ho detto loro di farsi sotto con me, hanno capito che non avevo paura e sono scappati». La seconda aggressione è avvenuta nei bagni pubblici di piazza Roma, a settembre del 2021. «Uscendo dai bagni, due giovani (di cui uno sicuramente minorenne) gli hanno messo le mani al collo colpendolo con dei calci allo sterno. Il ragazzo aveva perso il respiro».
La terza morsa dei bulli si è stretta sulla vittima in piazza Ugo Bassi, al Piano, dove sei persone hanno circondato il giovane: «Due lo picchiavano e gli altri guardavano», racconta Guerra.
Il focus sulle conseguenze del bullismo è spettato poi ai Carabinieri di Ancona. Antonio Saracino, comandante della Stazione Carabinieri di Ancona Principale, ha spiegato come ad oggi non sia previsto il reato di bullismo nel codice penale. Il fenomeno risulta essere una sommatoria dei reati commessi dal furto, alle minacce, passando per le lesioni, fino alla rapina e alle estorsioni.
Gli incontri con le scuole sono iniziati il 7 febbraio, giornata mondiale contro il bullismo e il cyberbullismo e sono proseguiti oggi, giornata della Safer Internet Day.
Lunedì scorso, il camper del Moige ha sostato a lungo in piazza Roma, per incontrare genitori e ragazzi. Ad unire Guerra e il Moige ci ha pensato la trasmissione tv Storie italiane, condotta da Eleonora Daniele. Anche oggi, su Rai1, tutta Italia ha seguito la diretta dal liceo Rinaldini.
Le scuole interessate a parlare di bullismo possono contattare via social Patrizia Guerra. Fondamentale è la denuncia della vittima (o degli amici della vittima) anche in forma anonima, senza ricorrere in alcunché. Durante gli incontri, si è consigliato ai ragazzi di evitare di rimanere isolati, soprattutto all’ingresso e all’uscita da scuola. Sarebbero questi i momenti in cui i bulli colpiscono di più.