ANCONA – Tira e molla tra associazioni ambientaliste e Regione sulla questione caccia nei siti di Rete Natura 2000. Da sabato riprende l’attività venatoria nelle aree in questione. Lo ha stabilito la Pdl approvata a maggioranza nel tardo pomeriggio di ieri (11 dicembre) dal Consiglio Regionale con 17 voti favorevoli, 6 contrari e 3 astenuti. La caccia era stata sospesa dal Tar lo scorso 5 dicembre con l’Ordinanza n. 537/2018 (leggi l’articolo) in seguito al ricorso di Lac, WWF e ENPA. Ma il primo stop era arrivato lo scorso 22 ottobre con la sentenza 5165 del Consiglio di Stato che contestava alla Regione la mancanza di una pianificazione venatoria, l’assenza di un Piano Regionale Faunistico Venatorio, scaduto nel 2015 e mai rinnovato, così come erano scaduti anche i Piani Provinciali.
«Il Consiglio Regionale, come previsto, ha approvato un’altra “pezza” legislativa che elude la recentissima Ordinanza del TAR, che a sua volta aveva bocciato l’altra “toppa”, approvata un mese fa e che era stata altrettanto bocciata dal Consiglio di Stato – commenta il delegato regionale della Lac, Lega Abolizione Caccia, Danilo Baldini – Come LAC, WWF ed ENPA avevamo anche inviato a tutti i consiglieri regionali una diffida a non votare questa modifica di legge, ma è stato tutto inutile. Da notare che il Presidente della Regione Marche, Ceriscioli, assente in mattinata quando si sarebbero dovuto discutere delle mozioni sulla Sanità, poi rimandate ad anno nuovo, si è invece presentato in aula poco prima che iniziasse la discussione della PDL sulla caccia, intervenendo anche autorevolmente a favore della sua approvazione. Per l’ennesima volta, quindi, la maggioranza politica in Regione si è presa beffa dei legittimi pronunciamenti di supremi organi amministrativi come il TAR e il Consiglio di Stato, solo per permettere ad una sparuta minoranza, i cacciatori, di continuare la loro attività redditizia di allevamento ed uccisione di cinghiali allo stato brado, anche nelle aree come quelle di Natura 2000, dove secondo la UE, la caccia dovrebbe essere vietata o, perlomeno, fortemente regolamentata. Tutto questo, con la scusa del contenimento dei cinghiali per mezzo delle braccate delle squadre di cacciatori, quando tutte le evidenze scientifiche dimostrano che è proprio l’attività venatoria a far aumentare in modo esponenziale i cinghiali. D’altra parte, se così non fosse, a quest’ora una specie da sempre accanitamente cacciata come il cinghiale sarebbe da tempo estinta. A questo punto, alle nostre associazioni non resta altro che richiedere l’impugnazione di questa ennesima delibera farlocca da parte della Corte Costituzionale, che già si è espressa in merito più volte in passato, bocciando delibere identiche approvate da altre Regioni italiane – conclude Baldini – Giovedì 13 Dicembre, alle ore 11, presso il Palazzo della Regione in Piazza Cavour ad Ancona, ci sarà una conferenza stampa organizzata da WWF, LAC ed ENPA, durante la quale il nostro legale, l’avvocato Tommaso Rossi, spiegherà tutti i profili di illegittimità ed incostituzionalità dell’ultima Pdl approvata dalla Regione ed illustrerà anche le nostre prossime iniziative legali».
Secca la replica dell’assessore regionale alla caccia Moreno Pieroni:«Riteniamo che questa nuova legge permetta di mantenere alta l’attenzione su una criticità forte che abbiamo nelle Marche, ovvero quella collegata ai danni all’agricoltura e agli incidenti stradali causati dai cinghiali. Abbiamo grande rispetto per la decisione del Tar, ma in una fase dove la sospensiva lasciava per noi amministratori della Regione Marche un problema aperto nelle aree in questione, abbiamo ritenuto opportuno fare una legge che riprende la precedente, che era stata parzialmente impugnata dal Governo, non nell’articolo che riguarda la riapertura della caccia nei siti di Natura 2000, ma in un altro articolo attinente l’accertamento dell’animale abbattuto. In Consiglio c’è stato un voto lineare da parte dei 5 Stelle, mentre la Lega questa volta si è astenuta. Il nostro obiettivo è quello di avere per il 2019 il Piano Faunistico Venatorio Regionale, sul quale come Regione ci stiamo già impegnando e abbiamo dato l’incarico ad una società.
La Pdl approvata dall’Assemblea Legislativa prevede di fatto, che fino a quando non sarà stato approvato il Piano Faunistico Regionale, sono attuativi i piani provinciali anche se scaduti.
«In questa fase credo che la Regione Marche abbia dato un’importante risposta al mondo agricolo perché eviterà che ci siano criticità forti per quello che riguarda i danni causati dai cinghiali e l’aumento degli esemplari – conclude l’assessore regionale alla caccia – Naturalmente crediamo che l’apertura in queste zone dia una risposta anche al mondo ambientalista, perché con questa legge viene riaperto l’abbattimento di animali nocivi, come i corvidi e le volpi, che sono dannosi per le uova dei piccoli uccelli. Anche questo è un segnale che abbiamo voluto dare. Non riesco a capire questo accanimento da parte di LAC e WWF, che si verifica solo nella Regione Marche nonostante i piani faunistici regionali non siano ancora stati ancora approvati neanche dalle altre regioni italiane, dove però WWF e LAC non hanno avuto nulla da eccepire. In ogni caso noi siamo sereni per quanto riguarda questo nostro percorso a tutela dell’agricoltura, del mondo ambientalista e del mondo venatorio che avrà la possibilità di attuare questi abbattimenti».