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Calcina: «Spostare l’investimento di Rfi dalle barriere alla riqualificazione acustica degli edifici»

Per il consigliere di Cic/FBC/SAF, la prima mossa dell’Amministrazione dovrebbe essere quella di «aprire una trattativa con il Responsabile decisore di Rfi senza attendere la Conferenza dei Servizi al Ministero delle Infrastrutture che sarà l’atto finale, forse irrimediabilmente tardivo»

Stazione di Falconara Marittima

FALCONARA MARITTIMA – «Credo sia giusto spostare l’investimento di Rfi – Rete ferrovie italiane ndr.- dalle barriere alla riqualificazione acustica degli edifici. In questo momento, la prima e urgente mossa dell’Amministrazione comunale dovrebbe essere quella di aprire una trattativa con il Responsabile decisore di Rfi senza attendere la Conferenza dei Servizi al Ministero delle Infrastrutture che sarà l’atto finale, forse irrimediabilmente tardivo». Queste le proposte di Loris Calcina, consigliere di Cic/FBC/SAF.

Loris Calcina, candidato a sindaco per le liste civiche CiC/FBC e SiAmo Falconara

«Quando il 13 ottobre 2009 spiega Calcina  il Piano di Risanamento Acustico Comunale fu adottato all’unanimità dal Consiglio comunale, al suo interno c’era anche ciò che Rfi progettava di fare per ridurre l’impatto acustico: le barriere acustiche. Sul PRAC è scritto: quelle barriere hanno “caratteristiche di forte impatto visivo sull’area interessata. Per ovviare a tale problema si consiglia invece di modificare la soluzione proposta da Rfi con l’installazione di barriere acustiche con tratti trasparenti e comunque di minor impatto visivo ed ambientale“. A dire il vero, nella Commissione consiliare Ambiente del 12 ottobre 2009 che precedette il Consiglio, sulla questione delle barriere, come Cittadini in Comune suggerii di seguire l’esempio dei Comuni di Senigallia e San Benedetto del Tronto che avevano aperto un tavolo tecnico in Regione al fine di contenerne l’uso a limitati progetti pilota e al fine di spostare gli investimenti di Rfi nel risanamento acustico degli edifici.

Il 15 ottobre 2009, anche l’allora assessore all’Ambiente Matteo Astolfi riprese la proposta, ma non abbiamo mai saputo che cosa fece dopo l’Amministrazione falconarese. Nel 2009 c’era sicuramente tempo e spazio per intervenire sulla problematica, forti dell’intesa che la Regione Marche aveva stretto con Rfi nel 2003 in base alla quale sarebbero stati realizzati e verificati limitati progetti pilota con barriere per capire se quell’esperienza fosse stata estendibile entro il 2020. Sappiamo quello che ha fatto Senigallia. Nel 2011 il comune di Senigallia – dopo una trattativa con Rfi – deliberò la realizzazione di un solo primo pezzo di barriere a carattere sperimentale dell’intero progetto di Rfi, con la condivisione integrale di criteri qualificanti proprio a partire dalla necessità di tutelare la città, i beni paesaggistici e la loro fruizione. Inoltre, Senigallia concordò che Rfi si facesse carico di adottare una progettazione partecipata e condivisa definendo, sostanzialmente, con la comunità locale, le modalità, le tipologie e i materiali più appropriati.

Nel 2016 Rfi consegnò il progetto pilota al Comune, il quale è partito nel 2017 per la realizzazione di un tratto di barriera di 600 metri con le seguenti caratteristiche: “superfici delle barriere interamente vetrate a partire da 2,00 metri sopra quota rotaia (anziché la tipologica struttura Rfi con scatolari metallici), con mantenimento della struttura con pannelli in conglomerato cementizio fino a quota rotaia/sentiero per non derogabili motivi di sicurezza ferroviaria addotti da RFI. Le richieste di modifica erano generate da imprescindibili valutazioni di carattere ambientale del contesto territoriale in cui venivano inserite le barriere e di cui il comune chiedeva ad RFI di tenere conto (litorale marino di località ad alta vocazione turistica e prossimità con il centro storico della stessa)”.

Non sappiamo se quella di Senigallia sia stata la soluzione giusta ma, lì, l’Amministrazione comunale non ha lasciato passare il tempo invano: ha fatto una mossa, ha posto condizioni ad Rfi. Tecnicamente, considerata la differente collocazione delle abitazioni di Falconara e Senigallia rispetto al bene mare, la nostra proposta per Falconara è di puntare tutto sulla pluriennale e progressiva riqualificazione acustica degli edifici ad opera di Rfi, chiedendo con forza di spostare le risorse previste per le barriere. Però, in questo momento, la prima e urgente mossa dell’Amministrazione comunale dovrebbe essere quella di aprire una trattativa con il Responsabile decisore di Rfi senza attendere la Conferenza dei Servizi al Ministero delle Infrastrutture che sarà l’atto finale, forse irrimediabilmente tardivo. Un tavolo che preveda la progettazione partecipata e condivisa con i cittadini di Falconara».