ANCONA – Vigilia di Ancona-Notaresco, partita di serie D di calcio che interessa sempre meno in un campionato deciso da tempo in favore della Samb, e società Ancona che sembra avviata verso un binario morto. Mentre infatti la Curva Nord diserta lo stadio in aperta contestazione con la proprietà cui chiede di farsi da parte, ci sono due piste per cedere l’Ancona a potenziali acquirenti. Una del socio Massimiliano Polci, apparentemente asfaltata ma con qualche ostacolo, e un’altra di patron Stefano Marconi, ancora da disegnare. Ecco, dunque, il binario morto: arrivata in fondo l’Ancona dovrà scendere e prendere un altro treno, quello del nuovo proprietario, se ci sarà. Sempre che patron Marconi non decida di mostrare i muscoli, la sua forza finanziaria e di far fronte sia agli importi che mancano per completare la stagione, sia alla cifra necessaria il prossimo anno – in questo caso senza il socio di minoranza Polci – per costruire di una squadra decisamente più competitiva di quella di quest’anno, almeno sulla carta. Un treno che comunque dovrà andare in una direzione chiara e obbligata, cioè quella di un progetto serio, pluriennale, che tenga in massima considerazione il settore giovanile ma che, nel contempo, permetta alla società, rinata la scorsa estate, di puntare al salto di categoria. Che passa per la vittoria del campionato. L’obiettivo è chiaro, i mezzi necessari sono i capitali per affrontare tutto questo, anche se poi c’è la questione campo d’allenamento da risolvere insieme al Comune. Rimane l’incertezza su chi possiederà l’Ancona il prossimo anno.
Il fronte Marconi: Antonio Recchi avrebbe affermato che «la società non è in vendita», ma la toccata e fuga a Roma di mercoledì scorso insieme a Robert Egidi, se confermata, sembrerebbe dire altro. Le voci portano a uno studio legale con importanti clienti, ma nulla di più. Tramontata l’ipotesi Mario Russo, smentita da più parti quella di Riccardo Gaucci, Recchi ed Egidi starebbero infatti sondando il terreno in direzione di un potenziale acquirente, oppure di una sponsorizzazione di primo piano. Uno sponsor forte agevolerebbe di molto il compito di patron Marconi, che comunque a conti fatti, in questo caso – cioè proseguendo da solo –, si troverebbe a dover far fronte alle uscite da qui a fine stagione – si parla di quasi 400mila euro –, più all’investimento per il prossimo campionato. L’alternativa, dunque, è vendere. Anche per rispondere alle richieste della tifoseria. Ma al momento all’orizzonte un acquirente concreto pare che non ci sia.
Ce l’avrebbe, invece, il fronte Polci. Il nome sarebbe quello di Alessandro Di Paolo, imprenditore romano 45enne che fino allo scorso mese di gennaio insieme al padre Roberto era alla guida dell’Ostiamare, di cui lo stesso Roberto era presidente. Ostiamare poi ceduta a Daniele De Rossi. Imprenditore del settore cinematografico, Alessandro Di Paolo ha sempre avuto il pallino del calcio: negli ultimi anni è stato accostato alla Ternana, alla Sambenedettese e lo scorso febbraio anche al Teramo. Di Paolo sarebbe pronto a subentrare a Marconi, se quest’ultimo desse il suo benestare. Ma tra Marconi e Polci non corre certamente buon sangue, la guerra fredda in casa biancorossa prosegue da mesi, e dunque Marconi per fare un dispetto a Polci potrebbe negare la possibile cessione per proseguire sulla propria strada. Che però, come detto, sembra ancora tutta da definire. Intanto a metà della prossima settimana ci sono in scadenza gli stipendi di squadra e staff: chi li pagherà?