Ancona-Osimo

Calcio, la scure della Covisoc sull’Ancona esclusa dalla prossima serie C

Dopo il botta e risposta tra il socio di minoranza, Mauro Canil, e quello di maggioranza, Tony Tiong, ora è tutto in mano al sindaco Silvetti

Tony Tiong con Mauro Canil e il cda dell'Ancona due anni fa

ANCONA – Con la data odierna, 10 giugno, la scure delle Covisoc si abbatte inevitabilmente sull’Ancona che, come ci si attendeva da giorni, verrebbe esclusa dal prossimo campionato di serie C per non essere in possesso di tutti i requisiti economico finanziari richiesti.

La società di Tony Tiong e Mauro Canil, infatti, non ha pagato gli stipendi di marzo e aprile ai propri tesserati entro il termine tassativo dello scorso 4 giugno – ma neanche nei giorni successivi – e non potrà disputare il prossimo campionato di serie C.
Mentre il sindaco di Ancona Daniele Silvetti procede per la strada segnata nei giorni scorsi che dovrà portare la società o una società alternativa a iscriversi al prossimo campionato di serie D, la Covisoc sancisce di diritto l’esclusione dell’Ancona. Tutto questo dopo un weekend in cui si sono susseguiti i comunicati da parte della triade biancorossa: prima Mauro Canil, socio al 5% dell’Us Ancona e presidente onorario, poi l’ad Roberta Nocelli, infine il presidente e socio di maggioranza Tony Tiong, che ha scelto di farsi rappresentare da uno studio legale di Milano per tutelarsi in mezzo al caos che s’è creato negli ultimi sei giorni dopo il mancato pagamento degli stipendi e il consecutivo disastro sportivo cui è andata incontro incontro la città.

«Non ho mai avviato e non ho mai neppure ipotizzato alcuna iniziativa imprenditoriale con il socio di maggioranza, né in Italia né all’estero – ha scritto Mauro Canil –. Tengo, poi, a precisare che, dopo la cessione della quota del 95% del capitale della società (aprile 2022), non ho più avuto occasione di incidere in alcun modo sull’andamento della società, non essendo mai stato membro del consiglio di amministrazione e non avendo mai partecipato a nessuna decisione né tecnica, né sportiva, né amministrativa. In questi due anni, ho provato in più occasioni a dare consigli al socio di maggioranza, anche alla luce della lunga esperienza che ho maturato nel calcio italiano; ma i miei consigli non sono mai stati seguiti. Negli ultimi mesi, mi è stato richiesto, e sono intervenuto per ben due volte, di apportare finanziamenti destinati a far fronte alle scadenze federali ed evitare penalizzazioni; e questa richiesta mi era stata rivolta al fine di ovviare a situazioni di temporanea impossibilità, per il socio di maggioranza, di far pervenire in tempo i fondi necessari (in altre parole, per come mi era stata rappresentata la situazione, occorreva solo gestire una situazione di criticità temporanea destinata a rientrare a breve e legata alla tempistica di arrivo dall’estero dei fondi necessari)».

Se nei mesi di marzo e aprile la cifra si aggira intorno ai 430mila euro, l’intervento di Canil potrebbe aggirarsi intorno agli 800mila euro. «Così – ha proseguito Mauro Canil –, solo grazie ai miei consistenti interventi finanziari che hanno evitato penalizzazioni in classifica, la squadra è riuscita a salvarsi sul campo dalla retrocessione. Nel frattempo, nelle ultime settimane, in ogni occasione il socio di maggioranza confermava di voler proseguire la propria esperienza nel calcio ad Ancona, programmava la prossima stagione e ribadiva la volontà di andare avanti nel progetto sportivo, compresa la realizzazione del centro sportivo con l’acquisizione del terreno dal Comune di Ancona. Nelle ultime settimane, quando si è diffusa addirittura la notizia di un interesse del sig. Tiong all’acquisizione di altre due squadre di calcio (Hellas Verona e Koper), non ho letto smentite da parte del diretto interessato: un altro motivo, questo, per non dubitare sul buon esito dell’iscrizione al prossimo campionato, fermo restando che il socio di maggioranza era a piena conoscenza delle scadenze e delle attività necessarie all’iscrizione dell’Ancona. A pochissimi giorni dalla scadenza federale, mi è stato richiesto dal socio di maggioranza di intervenire nuovamente con il versamento di una somma elevata e comunque superiore alle mie possibilità; ho dato la disponibilità a contribuire parzialmente, purché il socio di maggioranza provvedesse al pagamento della differenza necessaria. Ritengo, dunque, di aver fatto quanto in mio potere e nelle mie possibilità per salvare l’Ancona».

La risposta di Tony Tiong è arrivata tramite studio legale Giangrande di Milano che, precisa il presidente, sarà l’unica fonte per informazioni che riguardano il suo ruolo. Conferma il massimo impegno nel preservare l’identità storica e la continuità della società Us Ancona e l’impegno «che verranno adottate tutte le possibili iniziative utili a perseguire il miglior interesse della collettività e della stessa tifoseria». Non solo, ma ribadisce fermamente «la bontà di tutta l’attività da me personalmente svolta nell’interesse dell’Us Ancona, così come l’importanza degli ingenti investimenti finanziari da me nel tempo apportati in società, e che gli accadimenti emersi negli ultimi giorni andranno nelle sedi preposte accertati e ricostruiti con attenzione, nelle relative cause, origini, responsabilità». Con un comunicato del legale spiega, inoltre, che «le vicende che negli ultimi giorni stanno interessando la società Us Ancona impongono di intervenire in prima persona presso le sedi istituzionali e nel dibattito pubblico, anche a tutela della mia onorabilità e del mio operato». Tony Tiong spiega d’aver raccolto «l’invito del sindaco di Ancona a un prossimo incontro, che potrà celebrarsi allorché sarò presente di persona in Italia per tentare di gestire al meglio la situazione venuta purtroppo, e contro ogni mia intenzione e volontà, a crearsi».

Resta il fatto che, fino a prova contraria, mister Tiong è proprietario al 95% dell’Us Ancona che non ha pagato gli stipendi ai propri tesserati e, dunque, sarebbe di fatto estromessa dal prossimo campionato di serie C. A meno di clamorose rivelazioni le responsabilità sembrano piuttosto chiare. Ma, soprattutto, i chiarimenti di mister Tiong non serviranno a cambiare lo stato delle cose, la rabbia della città con in testa la tifoseria, la necessità del calcio dorico di ripartire almeno dalla serie D, il nuovo tonfo sportivo giunto inaspettato dopo la salvezza conquistata sul campo e diversi altri aspetti che hanno definitivamente minato il rapporto di fiducia che c’era tra la città di Ancona e i suoi tifosi, da una parte, e la proprietà e la dirigenza dell’attuale Us Ancona, dall’altra.

Ora servono i fatti, e l’unico che sembra volerci riuscire è il sindaco Daniele Silvetti. L’esclusione dell’Ancona darebbe ora il via libera all’ammissione di una nuova seconda squadra giovanile di serie A che si aggiunge a quelle di Atalanta e Juventus: il Milan under 23.