ANCONA- Nel calcio odierno, a tutti i livelli, si sente spesso parlare di settore giovanile. L’Italia, specie dopo l’esclusione dall’ultimo mondiale, è sotto l’occhio del ciclone proprio per la carenza del cosiddetto ricambio generazionale e questo è un dato che deve far riflettere. Ne abbiamo parlato con Gianfranco Paolini, storico tecnico anconetano classe 1954, che ha fatto dell’allenamento dei giovani calciatori una filosofia di vita raggiungendo risultati tangibili attraverso passione, metodologia e aggiornamento:
«Io credo che le nostre società investano poco sui settori giovanili – spiega Paolini – soprattutto quelle dilettantistiche sono poco attente ai tecnici a cui affidano i loro ragazzi. Con questo non dico che debbano per forza avere dei professionisti ma sicuramente dovrebbero ambire a dei tecnici professionali». Spesso si parla di valori da trasmettere ai più giovani, un aspetto che spesso viene trascurato: « Se i nostri tecnici hanno come primo valore la vittoria credo che siamo fuori strada perché dovrebbero perdere di vista troppe cose molto più importanti come il rispetto per tutte le persone che ci circondano, perché lo sport è e deve essere una scuola di vita».
C’è necessità di un percorso diverso, che sappia guardare anche al di fuori di casa nostra quindi: «Esattamente, quest’anno nel mio settore giovanile della Dorica Torrette ho adottato dei sistemi di allenamento che provengono dalla scuola spagnola. Tuttavia io non mi ritengo per forza un esterofilo, molti dei nostri sistemi di lavoro sono ottimi e vanno miscelati con le cose buone che fanno all’estero, piuttosto è la nostra mentalità che va migliorata. Penso alla Francia campione del mondo di Pogba, Mbappè e Kantè nomi che se non sbaglio provengono tutti dai centri federali francesi. ecco noi abbiamo iniziato da poco con i nostri speriamo diano presto i loro frutti»