ANCONA- Il pasticcio della Tari che vedrebbe coinvolto il Comune di Ancona arriva sui banchi del Consiglio comunale. A chiedere chiarezza in merito al presunto errore che avrebbe gonfiato per almeno quattro anni le bollette dei rifiuti di circa 16mila anconetani, sono stati capigruppo Daniele Berardinelli (Forza Italia) e Andrea Quattrini (M5S) che hanno inoltre chiesto quali misure l’amministrazione intende adottare per rimborsare i cittadini che hanno pagato troppo. L’errore sarebbe aver applicato la quota variabile anche alle pertinenze come garage e cantine, piuttosto che alla sola abitazione principale.
«L’interpretazione data dal Comune di Ancona è nelle mani del Ministero da 4 anni ma non ci è mai stato detto niente. Con che risorse dovremmo correggere? Stiamo aspettando con ansia la modifica normativa inerente le pertinenze. A quel punto ci adegueremo all’interpretazione del sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta.- spiega l’assessore al Bilancio Fabio Fiorillo-. Con la nostra interpretazione abbiamo fatto pagare 24mila famiglie meno e 16mila un po’ di più. Mentre aspettiamo indicazioni dal Ministero, la rata della Tari va pagata per evitare di incorrere in un illecito. A fine dicembre Ancona Entrate inizierà gli accertamenti».
«Il Comune di Ancona ha fatto 3 errori: il primo è comune alle altre amministrazioni e cioè aver applicato la quota variabile anche alle pertinenze oltre che all’abitazione principale. Il secondo sarebbe specifico del Comune di Ancona e cioè, aver applicato alle pertinenze in maniera fantasiosa, la quota relativa all’occupazione di un solo abitante anziché del totale degli occupanti. Il terzo errore è nella quota fissa- specifica Berardinelli-.
Sedicimila famiglie hanno pagato per la Tari circa 45 euro in più. Il danno, per quattro anni, è tra 1,2 e 2 milioni di euro totali. Per quanto riguarda il pagamento della seconda rata della Tari, essendo il termine di scadenza un termine ordinatorio e non perentorio, si può pagare entro la fine dell’anno senza alcuna sovrattassa né alcuna sanzione. Il Comune avrebbe dovuto aspettare le direttive della circolare ministeriale prima di farla pagare».