Ancona-Osimo

Caldo record ed estate di San Martino, il punto con gli esperti

Le temperature sono in crescita e nell'ultimo trentennio, ad Ancona, hanno registrato un incremento di circa + 1,5 gradi sia nei valori minimi sia in quelli massimi

Il tempo previsto per il 10 novembre 2018

ANCONA – Temperature intorno ai 18-20 gradi e bel tempo. Fin qui niente di strano, se non fosse che ci troviamo nel bel mezzo dell’autunno, una stagione che quest’anno sta registrando un caldo inusuale rispetto alla precedenti. Per la tradizione popolare, però, non c’è niente di anomalo nelle temperature di questi giorni, si tratterebbe infatti della ben nota “estate di San Martino”: un rialzo termico che solitamente precede la ricorrenza di San Martino, celebrata l’11 novembre.

La percezione delle persone però è diversa, ed è quella di un caldo più intenso che a memoria d’uomo non viene ricordato negli anni passati. Insomma il caldo c’è e fa discutere. Ma che ne pensano gli esperti? Francesco Iocca, dalla sala meteo della Protezione Civile regionale spiega che in media le temperature relative alla prima decade di novembre registrate ad Ancona si attestano generalmente intorno ai 16 gradi di massima e 7,5 di minima, mentre in questi giorni invece il termometro segna 20 gradi massima e 11 di minima. Insomma una media di circa 4 gradi in più. «Siamo effettivamente sopra la media rispetto ai valori di riferimento stagionali definiti dalla climatologia, che ha analizzato il trentennio dal 1971 al 2000», come evidenzia Iocca. Una sorta di riprova di quanto previsto dalla tradizione dell’estate di San Martino, che prevede un periodo anticiclonico proprio in questi giorni. «Quest’anno la tradizione popolare trova conferma dal momento che è previsto un periodo di tempo stabile per tutto il weekend e fino al termine della prossima settimana», precisa l’esperto della Protezione Civile.

Da sinistra gli esperti della sala meteo della protezione Civile regionale, Francesco Iocca e Francesco Boccanera

Ma al di là delle suggestioni popolari, secondo Iocca le alte temperature di questi giorni sono conseguenza dell’alta pressione, per cui il sole in assenza di nuvole scalda di più. Imputato anche il riscaldamento globale e la riprova di quest’ultimo si trova proprio negli atlanti di climatologia, dove «confrontando i dati dell’ultimo trentennio la temperatura media registrata dal 1971 al 2000 è di 16 gradi per la temperatura massima, mentre spostando di 10 anni avanti, quella registrata dal 1981 al 2010 è di 17,5 gradi, quindi di un grado e mezzo in più». Ma secondo l’esperto non si tratterebbe di niente di allarmante, se non di un fenomeno tipico della stagione, chiamato anticiclone di blocco proprio perché impedisce l’ingresso alle perturbazioni provenienti dall’Atlantico.

Immagini dal satellite Sat24

Tra i detti popolari c’è anche quello che se l’inverno vede temperature sopra la media poi il caldo primaverile possa tardare ad arrivare, oppure si possa avere un’estate più instabile, ma su questo l’esperto rassicura: «non ci sono evidenze scientifiche che possano dimostrare un tale fenomeno, non esiste una sorta di bilancio secondo il quale se non si raggiunge una certa quota di temperature poi la si paga dopo».

 LA RICERCA
Uno studio realizzato questa estate dalla Protezione Civile della Regione Marche, sugli eventi estremi (picchi di caldo e di freddo) degli ultimi 57 anni, ha evidenziato come sulle Marche sia le temperature relative al caldo estremo che quelle relative al freddo estremo «hanno subito un riscaldamento – spiega Francesco Boccanera, della sala meteo – più intenso al centro sud, cioè dall’anconetano in giù, rispetto alla parte nord della regione. Un riscaldamento più evidente per quanto riguarda le temperature relative agli episodi di caldo intenso, e meno per gli episodi di freddo, dove si è rivelato meno diffuso anche se presente».
LA CURIOSITA’
Perché si chiama proprio estate di San Martino? La spiegazione risiede in una leggenda secondo la quale Martino di Tours, divenuto poi San Martino, quando era un soldato della Guardia Imperiale, incontrò un mendicante seminudo. Era inverno e fuori faceva talmente freddo che il santo non esitò a togliersi il mantello e a donarne metà al poveretto per coprirsi. Un gesto che fu ricompensato con un miracolo: uscì il sole e per qualche giorno fece meno freddo. Ogni anno questa interruzione del freddo si ripeterebbe per ricordare il gesto del santo proprio in occasione della data in cui si celebra il santo, e cioè l’11 novembre.