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Depotenziare i Confidi? Camera di Commercio Marche dice no. Sabatini: «Stiamo rischiando il crack»

Il presidente dell'ente guarda con grande preoccupazione alla proposta di legge annunciata dal consigliere regionale Mirco Carloni. «Una mazzata per le piccole imprese. Confidi e banche mai come in questo momento devono fare sistema»

Gino Sabatini,
Gino Sabatini, presidente Camera di Commercio Marche

ANCONA – «Una mazzata per le piccole imprese depotenziare i Confidi». Nelle parole del presidente della Camera di Commercio delle Marche, Gino Sabatini, c’è tutta la preoccupazione per la proposta di legge annunciata dal consigliere regionale Mirco Carloni che «depotenzia il ruolo dei Confidi regionali, affidando esclusivamente al Fondo Centrale di Garanzia le operazioni previste dal decreto Cura Italia», emesso per arginare la crisi economica generata dal Coronavirus.
I Confidi sono consorzi che svolgono attività di prestazione di garanzie per agevolare le imprese nell’accesso ai finanziamenti.

Secondo Sabatini «sarebbe una mazzata, in particolare per le nostre micro e piccole imprese, alle quali tutta la politica dovrà rendere conto per aver staccato loro definitivamente la spina». Il presidente della Camera di Commercio delle Marche evidenzia che, con la «pandemia ancora in corso» e nel bel mezzo di una «paralisi del nostro sistema produttivo, Confidi e banche mai come in questo momento devono fare sistema: dev’essere chiaro a tutti che stiamo rischiando il crack».

A farne le spese secondo Sabatini sarebbero soprattutto i piccoli imprenditori che «non si possono permettere consulenti, non hanno la stessa capacità di interlocuzione con le banche rispetto ai colleghi di imprese più strutturate». Insomma, per il presidente della Camera di Commercio i Confidi sono un riferimento importante per le piccole imprese che riescono ad orientare nel rapporto con il sistema del credito e alle quali  forniscono essi stessi liquidità. «Proprio in questi giorni – osserva – , la Regione Toscana e la Regione Veneto hanno rafforzato il ruolo dei Confidi: una strada che dovrebbe percorrere velocemente anche la Regione Marche, sperimentando almeno per i prossimi due mesi di incrementare il limite di finanziamento da 150 a 250 mila euro».

Per Sabatini non si deve assolutamente avviare un processo di sostituzione dei Confidi con il Fondo Centrale di Garanzia, perché il rischio è quello di sbilanciare «i rapporti tra imprese e credito in direzione delle banche, che sono sempre più prudenti nell’erogazione di liquidità perché soggette ai vincoli strettissimi di Bce e Banca d’Italia: se non hanno dato soldi prima è possibile che non li diano nemmeno domani».
Inoltre, il presidente della Camera di Commercio spiega che in questi giorni sta ricevendo «diverse segnalazioni di piccoli e medi imprenditori, le cui richieste di credito vengono respinte dalle banche o sono chiamati a rientrare immediatamente degli insoluti commerciali».

Insomma, un quadro critico nel quale secondo Sabatini occorre «assolutamente sfruttare le peculiarità di banche e Confidi, senza privarsi di uno dei due soggetti in un momento in cui c’è bisogno del massimo delle risorse disponibili».

«La nostra proposta a tutti i consiglieri regionali – conclude – è molto semplice: dotiamo i Confidi regionali degli stessi strumenti assegnati dal Cura Italia al Fondo Centrale di Garanzia. Come Camera di Commercio vigileremo e faremo pressione perché i Confidi siano più economici e ancora più efficienti nella gestione di un imponente flusso di pratiche».