FALCONARA – Niente sponsor sulle maglie e all’interno del palazzetto. Soltanto alcuni striscioni con la scritta “Libere di” a richiamare la campagna sociale promossa dal Città di Falconara. È stato questo lo scenario durante la prima partita di campionato di calcio a 5 delle Citizens di domenica (vinta 9-0 contro Padova), per rendere ancora più forte il messaggio dell’iniziativa voluta da atlete e società: veicolare messaggi di promozione dei diritti e delle pari opportunità e battagliare contro le discriminazioni e le violenze di genere.
In quell’occasione, il club falconarese ha promosso anche un video, proiettato nei minuti precedenti all’ingresso in campo delle squadre e poi diffuso attraverso i social, per rendere ancora più forti i messaggi da inviare alla comunità. Nel filmato, raccontato dalla voce narrante della giornalista Linda Cittadini, intervengono anche tutte le falchette che spiegano desideri, sogni e ambizioni, che in una società più giusta non dovranno rimanere tali. Ma dovranno concretizzarsi.
Ad entrare nei dettagli di “Libere di” è la calciatrice del Cdf, Erika Ferrara: «Per noi il progetto vuole rappresentare la voce di tutte le donne che ogni giorno devono lottare e dimostrare qualcosa in più per essere prese seriamente in considerazione – afferma -. In molte sono costrette a rinunciare alla propria carriera, qualunque essa sia, per via dei pregiudizi dati dalla società e questo deve finire. Noi, come realtà sportiva, abbiamo deciso di alzare la voce e mostrare a tutti che ciò è possibile. Purtroppo, anche se siamo nel ventunesimo secolo, certi stereotipi sono fortemente radicati nella cultura italiana. Dal canto nostro vogliamo dare il contributo per eliminarli».
Sulla campagna sociale, interviene anche Daniele Leti dell’azienda Azzurra Ascensori, partner della società Città di Falconara: «Riteniamo che questa iniziativa sia molto importante – aggiunge -. Ho due figlie femminile, sono sensibile al tema della parità e uguaglianza. E speranzoso che un giorno non dovremmo più vivere con l’angoscia di aprire un giornale e leggere di tragedie con vittime le donne. Ben venga l’ampio risalto che viene dato a questo progetto. C’era tanta gente al palazzetto per la prima partita: speriamo che chiunque abbia visto il video o conosciuto “Libere di” da vicino, sia tornato a casa dopo la partita più arricchito».