Ancona-Osimo

Ancona, il candidato sindaco Daniele Silvetti: «Su Conerobus strategia totalmente fallimentare»

Per il candidato della coalizione di centrodestra alle prossime Comunali del 14 e 15 maggio «serve un nuovo piano industriale». Sul tema anche il contributo di Daniele Ballanti di Ancona Protagonista

Daniele Silvetti

ANCONA – La difficile situazione che vive l’azienda Conerobus viene analizzata da Daniele Silvetti, che definisce una strategia «totalmente fallimentare» quella utilizzata dall’attuale amministrazione comunale nei confronti della partecipata. Se i conti non tornano, se il personale è scontento e se la sicurezza degli autisti è continuamente messa a repentaglio «le responsabilità vanno ravvisate non solo in un management inadeguato, ma, soprattutto, in un’amministrazione che non ha vigilato e sta coprendo scelte scriteriate». Silvetti, candidato del centrodestra con le liste Ancona Protagonista, Rinasci Ancona, Civitas, Civici Salvi per Ancona e con i partiti Forza Italia-Civici Ancona, Fratelli d’Italia, Lega e Udc, parla delle condizioni difficili che sta attraversando Conerobus, l’azienda di trasporto pubblico locale partecipata dal Comune di Ancona, azienda da anni in difficoltà e seguita in tutte le sue vicissitudini dal candidato al consiglio comunale della lista Ancona Protagonista, Daniele Ballanti.

«E’ fuori discussione – sostengono Silvetti e Ballanti – che per come ci è stata illustrata da più parti, la situazione è molto complicata. L’azienda necessità ormai di un piano industriale completo che la ponga nelle condizioni di affrontare le tante criticità. Ancora nessuno si è azzardato a far capire quando e con quanti soldi si procederà con la ricapitalizzazione della società. Senza dimenticare le tante esternalizzazioni. Troppe e troppo costose. La biglietteria è affidata a una cooperativa, le pulizie dei bus a una ditta di Bari, la portineria alle guardie giurate, le manutenzioni dei mezzi pubblici a un’azienda di Jesi. E si può continuare: le manutenzioni degli pneumatici a una ditta di Teramo, mentre quelle dei vecchi mezzi sono rimaste in capo alla Conerobus stessa. Il tutto senza un controllo attento e puntuale sul lavoro fatto dalle aziende esterne».

Il problema più comune, quello che si riscontra più facilmente, è quello relativo al mancato acquisto del biglietto da parte di chi utilizza i mezzi: «C’è un’alta evasione dei titoli di viaggio – spiega Ballanti – e pochi sono i verificatori. Questa è una delle vere e consistenti voci che gravano sul bilancio, a differenza di quanto sostenuto dall’assessore con delega su Conerobus che si ostina a dire che gli autobus sono vuoti. A questo quadro si aggiungono anche le cospicue, oltre che costose, spese legali di recupero delle sanzioni le quali risultano recuperate solo al 30% (periodo post Covid). Come se non bastasse le linee non sono organizzate per viaggiare a pieno carico, molti autobus sono vuoti anche in vista del cambio di turno in deposito. Non da ultimo la mancanza del rispetto, da parte degli automobilisti, delle corsie preferenziali con una sincronizzazione dei semafori più che discutibile».

Poi c’è la questione della sicurezza dei dipendenti di Conerobus e degli stessi mezzi: «Sono aumentati gli episodi di violenza – dicono ancora Silvetti e Ballanti – e la richiesta di intervento delle forze dell’ordine non è tempestiva per via delle procedure telefoniche da seguire». Mancano anche i dispositivi elettronici di controllo, «come le telecamere in zona stazione – conclude Ballanti – e i capolinea sono occupati da auto in sosta temporanea. Servirebbero i bus con cabina chiusa, quelli che garantiscono la maggiore incolumità degli autisti».