Ancona-Osimo

Caos scuole, i dirigenti scelgono la linea della precauzione: «In Dad anche con un solo positivo»

I dirigenti scolastici degli istituti superiori di Ancona temono i focolai. Il rientro in presenza è stato all'insegna dei contagi. Così, in attesa delle disposizioni dell'Asur, Dad anche con un solo caso di positività

ANCONA – Rientro a scuola in presenza all’insegna del caos. Ma soprattutto dei contagi. Anche ieri, 8 gennaio, all’Istituto Vanvitelli Stracca il preside Francesco Savore ha mandato in dad due classi, ciascuna con un caso di positività, contrariamente a quanto previsto dalle nuove regole sulla gestione delle quarantene. Ma in realtà il dirigente non ha fatto altro che ascoltare il buon senso. E dunque, seppure con un eccesso di precauzione, ha preferito attivare la dad per le due classi piuttosto che rischiare di ritrovarsi con un focolaio a scuola tra pochi giorni. In tutto questo, però, c’è una sorta di distonia tra l’iniziativa dei presidi e le comunicazioni che dovrebbero arrivare dall’autorità sanitaria. 

I ruoli

Da una parte ci sono i dirigenti scolastici a cui compete unicamente la predisposizione della dad. Dall’altra c’è l’Asur che si occupa di gestire le quarantene, e quindi definire numeri e tempi. In mezzo, però, c’è il protocollo ministeriale, cambiato e rimodulato più volte. L’ultima versione prevede che all’asilo si debba mandare in quarantena la classe con un solo caso di positività. Dalle elementari alla prima media con due, e dalla seconda media in su con tre casi. Ma cosa sta succedendo allora nelle scuole superiori della città? «Siamo in attesa di un riscontro concreto da parte dell’Usr e dell’Asur – spiega il preside Savore – perché ancora non sappiamo se l’autorità sanitaria sarà in grado di recepire questa nuova modalità di gestione delle quarantene. Pertanto, in maniera preventiva, io sto mandando in dad l’intera classe anche con un solo caso di positività». Una posizione condivisa da molti altri colleghi. «La tendenza è questa – afferma Laura Castellana, preside dell’Istituto Podesti Calzecchi-Onesti – e anch’io mi sento di fare altrettanto», «E’ una linea concordata con altri dirigenti scolastici – conferma Alessandra Rucci, preside del liceo scientifico Galileo Galilei – ad ogni modo ho scritto all’Asur per capire come dobbiamo comportarci».

La criticità

Ciò che ha portato buona parte dei dirigenti scolastici a propendere per questa via è stata l’esperienza drammatica vissuta ad ottobre, quando il Ministero della Salute aveva diffuso il protocollo secondo il quale la quarantena doveva essere predisposta con 3 positivi in classe e seguita da testing con tampone t0 e t5. Ma a causa del forte rialzo dei contagi l’autorità sanitaria è andata in tilt dichiarando lo stato di sopraffazione. Risultato: si è immediatamente tornati alla precedente modalità. Ovvero, quarantena con un positivo in classe. Insomma, una confusione generale che è ricaduta sulle spalle dei dirigenti scolastici chiamati a compiere uno sforzo anche sopra le loro stesse competenze. Quindi, memori della precedente esperienza, adesso non ci pensano due volte. Prima che si esprima l’Asur, si va subito in dad senza rischiare la diffusione del contagio. 

Gli istituti comprensivi 

L’altro fronte è quello degli istituti comprensivi, dove l’emergenza covid ha praticamente falciato il corpo docente. «Mancano gli insegnanti – spiega l’assessore comunale alla pubblica istruzione Tiziana Borini – molti hanno contratto il virus, altri sono in quarantena per contatti diretti con positivi. Fatto sta che non si riescono a trovare i supplenti». Un po’ per via delle graduatorie a cui si è già attinto. Un po’ per il timore che sta dilagando anche tra chi potrebbe prendere servizio, ma rinuncia per paura di contagiarsi. «Addirittura c’è chi non si presenta ai concorsi che si stanno svolgendo in questi giorni – racconta l’assessore -. Siamo in una situazione veramente caotica, ma stiamo tutti facendo più del possibile per ristabilire un ordine».