ANCONA – Il 2022 è stato un anno significativo per il lavoro dei Carabinieri di Ancona, tra prevenzione e repressione di numerosi e differenti crimini e rinnovato rapporto con la cittadinanza, specie dopo i due anni caratterizzati dal Covid, con relativi lockdown e divieti. Il bilancio lo traccia il capitano Manuel Romanelli, da poco più di due anni comandante della Compagnia Carabinieri di Ancona, operativa nel capoluogo e a Falconara Marittima.
Comandante Romanelli, che anno è stato il 2022 per la sua Compagnia?
«Un anno positivo, non soltanto dal punto di vista strettamente operativo e della prevenzione e della repressione dei reati, ma anche sotto l’aspetto della vicinanza alla popolazione. Ci sono stati anche diversi episodi molto importanti, ma c’è da sottolineare proprio questa maggiore connessione con la popolazione. Per esempio, sono state fatte iniziative anche all’interno di parrocchie, proprio per coinvolgere le persone e informarle su quelli che sono i pericoli che più frequentemente colpiscono la fascia più anziana, come le truffe, sia quelle telefoniche o quelle dei finti carabinieri, sia quelle di fantomatiche compravendite di abitazioni. E poi l’opera nelle scuole e la cosiddetta polizia di prossimità, intesa come interventi di assistenza in situazioni di difficoltà anche umana. Mi viene in mente un episodio particolarmente significativo, quello del salvataggio dei militari del Radiomobile di Ancona nei confronti di una persona che la scorsa estate aveva percorso diversi tetti di abitazioni minacciando di gettarsi. Quello è stato un intervento con una notevole eco mediatica e che ha contribuito a creare una forte connessione con la popolazione e con chi era presente in quel momento».
Riguardo alla criminalità, quali sono i crimini più frequenti di cui vi siete occupati?
«Siamo una forza di polizia a competenza generale, dunque ci occupiamo di tutti reati, anche se quelli più frequenti sono quelli predatori, cioè i furti e le truffe. Ma anche quelli che riguardano gli stupefacenti e che, purtroppo, hanno fatto la parte del leone nel novero dei reati complessivi commessi nel 2022. Sono stati frequenti i furti in abitazione, quelli che toccano le persone colpite nell’intimità della loro casa, e frequenti anche le truffe, sia quelle legate ad aspetti informatici, per esempio su siti internet di e-commerce, sia quelle dei falsi Carabinieri o quelle legate alla compravendita di immobili. Poi c’è tutta la parte relativa agli stupefacenti, dove noi abbiamo operato in termini repressivi sia dal punto di vista strettamente penale, sia da quello amministrativo, con molte le segnalazioni di assuntori, anche particolarmente giovani, ad Ancona come a Falconara Marittima. E poi ci sono state attività importanti che hanno fatto emergere la presenza di ingenti quantitativi di stupefacenti che in precedenza non erano mai stati riscontrati su questo territorio».
Quali sono i tipi di stupefacenti che vi capita di sequestrare?
«Cocaina e hashish, in prevalenza, ma anche marijuana. E poi eroina, ma quest’ultima è stata legata a un evento episodico».
Quali sono i risultati più rilevanti raggiunti dalla sua Compagnia nel 2022 in fatto di lotta alla criminalità?
«Uno dei più importanti è stato sicuramente il sequestro operato nel mese di settembre: 42 chilogrammi di cocaina ed eroina pura. Un’attività nata da un controllo sporadico al seguito del quale è stato trovato un chilo di cocaina. Successivamente a questo siamo riusciti a localizzare la base che il soggetto utilizzava come sito di stoccaggio e, a seguito di una perquisizione, abbiamo rinvenuto gli altri 41 chilogrammi, oltre a una pistola con matricola abrasa. Poi a inizio anno un’altra attività di indagine che aveva portato all’emissione di tre misure cautelari nei confronti di soggetti, poi arrestati, misure giunte in seguito a un’attività che documentava il traffico di cocaina tra Milano e Ancona. Anche quella è stata un’attività partita a seguito di un controllo effettuato su un soggetto alla stazione ferroviaria di Ancona. Altra risultato molto importante che si è concluso quest’anno è stato quello nato da un’attività iniziata nel 2020 che ha portato all’emissione di tredici provvedimenti cautelari in carcere a carico di una banda di rumeni attiva dall’Abruzzo al Veneto e a Torino che si è resa protagonista di truffe, furti e utilizzo indebito di carte di credito. Inoltre altre tre attività: una legata al contrasto nei confronti di episodi di violenza legati ai giovanissimi e alle cosiddette baby-gang, reati gravi, tutti riconducibili al mondo giovanile ma che nei fatti poi s’erano tradotti in rapine, eventi con lesioni personali. Anche in quel caso abbiamo dato una risposta importante e immediata. Poi una che riguardava un fenomeno di usura da parte di due cittadini peruviani che prestavano soldi a persone spesso affette da ludopatia, entrambi associati in carcere, e in ultimo un reato di cosiddetto revenge porn, episodio che aveva visto coinvolti due fratelli di origine bengalese, anche loro arrestati».
Con la ripresa di molte attività, dopo il periodo più segnato dal Covid, c’è stato un aumento anche della criminalità?
«Sì, ma soltanto perché in precedenza era diminuita. C’era stato un calo dei reati rispetto all’ordinario proprio durante il lockdown, poi c’è stata una lenta ripresa. Siamo tornati ai livelli pre-Covid».
L’iniziativa nelle scuole con gli studenti: quali sono i risvolti più positivi?
«È figlia di un protocollo d’intesa tra il Ministero dell’istruzione e il comando generale dell’Arma dei Carabinieri e ci consente di diffondere nelle scuole la cultura della legalità nel senso più ampio, ma soprattutto ci permette di creare un rapporto di fiducia e di connessione tra i giovani e le Istituzioni, nello specifico i Carabinieri. Uno strumento utile per parlare anche dei reati che interessano maggiormente le fasce giovanili, come il revenge porn, gli stupefacenti e la violenza di genere, atti persecutori, maltrattamenti in ambiti familiari. In queste circostanze si crea un rapporto di informalità che permette poi di far sbloccare i ragazzi che arrivano a parlare un po’ di tutto. In queste occasioni facciamo conoscere anche le attività svolte dai Carabinieri attraverso la proiezione di un video promozionale che illustra tutta la struttura dell’Arma, e la vicinanza con i ragazzi in quei momenti consente loro di vedere delle possibilità di impiego futuro che magari fino a quel momento non conoscevano. Vero che i ragazzi fanno molte domande sui reati e sul Codice della strada, ma è anche vero che quando vedono il video spesso chiedono informazioni sulle procedure di arruolamento».
Cosa si aspetta dal 2023?
«Un anno ancora più all’insegna della legalità e della vicinanza tra la popolazione e l’Arma dei Carabinieri. La mia speranza è quella di riuscire a tirare fuori dalla popolazione quelle situazioni che talvolta, per paura o per timore d’insuccesso, rimangono sommerse. Questo accade spesso nei reati che avvengono in ambito familiare. Ma anche quelli predatori e quelli legati agli stupefacenti richiedono una denuncia di partenza che necessita di un rapporto di fiducia nei confronti delle istituzioni e dei Carabinieri».