Ancona-Osimo

I carabinieri e l’intelligenza artificiale: il nuovo giallo dell’anconetano Livio Gambacorta

Nel racconto si intrecciano idee creative, interessi geopolitici, speculazioni finanziarie in un susseguirsi di colpi di scena, attraverso le indagini di due ufficiali dei carabinieri al centro di vicende internazionali

Livio Gambacorta (foto per sua gentile concessione)

ANCONA – Un romanzo sull’intelligenza artificiale e sui risvolti più attuali che investono il mondo intero: sarà presentato domani 18 luglio alle 17, nella Sala consiliare del Comune dorico, il libro «L’algoritmo delle emozioni – Io sono Ottavio» (edito da Abra Books di Vicenza), dell’anconetano Livio Gambacorta, a cui ha partecipato, nella prefazione, uno dei massimi esperti internazionali di intelligenza artificiale, il professor Emanuele Frontoni (docente Unimc). I due dialogheranno sotto la moderazione del sociologo Giuseppe Donato, esperto di sanità ed informatica.

L’evento è stato organizzato e promosso con il patrocinio del Comune di Ancona, assessorato della Cultura, in collaborazione con l’Ispettorato Marche dell’Associazione Nazionale Carabinieri guidato dal Gen. Tito Baldi Honorati, dall’A.N.C. Sez. di Ancona capitanata del Presidente Tiziano Franco, dall’83° Nucleo della Protezione Civile dell’A.N.C. e dall’Accademia Oplologia e Militaria diretta dal Presidente Massimo Ossidi.

Livio Gambacorta (foto per sua gentile concessione)

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«Perché ho scritto un libro su questo argomento? Beh, anzitutto mi domando perché ho scritto – scherza Gambacorta – Scrivere è un atto di libertà, e prendo a prestito le parole di un mio caro amico. A mio avviso, chiunque può scrivere. Certo, bisogna scrivere bene, ma tutto può essere appreso e affinato. Ogni parte del romanzo l’ho scritta, letta e riletta decine di volte e a ogni passaggio mi sono accorto che le frasi diventavano più brevi, più fluide e di maggiore impatto. Non credo che possa esistere un ˊbuona la prima e cioè un’abilità tale da far sì che il racconto nasca al primo colpo, senza bisogno di ritocchi, perfetto fin dall’inizio. Forse qualche abilissimo scrittore, e, infatti, io non mi definisco tale. Strada facendo – prosegue l’autore – ho chiesto a qualche amico di dirmi le sue impressioni sul romanzo, quando il racconto non era ancora finito, o, meglio, quando mi sono accorto, successivamente, di aver fatto leggere un qualcosa che non meritava di essere letto».

Il romanzo affronta con sapienza tematiche attuali in modo semplice ed illuminante, suscitando riflessioni su importanti questioni che riguardano per l’appunto l’intelligenza artificiale, l’umanità, il potere, l’etica ma anche l’ambiente. Le vicende nascono proprio dal voler realizzare il progetto “100 città a impatto climatico zero entro il 2030, dai cittadini e per i cittadini” che è un vero progetto della Comunità Europea.

La copertina del libro (foto per gentile concessione dell’autore)

Nel racconto si intrecciano idee creative, interessi geopolitici, speculazioni finanziarie in un susseguirsi di colpi di scena, tematiche che attraverso le indagini di due brillanti ufficiali dei carabinieri che si trovano coinvolti, con il resto dei protagonisti della storia, al centro di vicende internazionali, permettono al lettore di immaginarsi e muoversi completamente e dinamicamente in un contesto “glocal” citando Bauman.

Grazie al suo stile, Gambacorta regala una narrazione impeccabile, ricca di dettagli che evidenziano proprio l’abilità dell’autore nel creare storie poliziesche avvincenti e coinvolgenti, in maniera colta ed estremamente raffinata. «Ho scritto il mio romanzo quasi quattro volte – riflette ancora l’autore – dapprima correggendo gli errori, poi affinando la storia e rendendo congruente la narrazione. Poi, infine, all’ultimo, quando sembrava fatta, rivoluzionando tutto: ho spezzettato i capitoli e li ho mescolati tra di loro».

Perché?, domandiamo. «Perché detesto i capitoli lunghi, e quando leggo un libro la prima cosa che faccio è guardare la lunghezza del capitolo e chiedermi se riuscirò a leggerlo senza interruzioni. Ovvio, se è breve ci riuscirò, se poi è anche intrigante e scritto bene allora sarò motivato a leggere il capitolo successivo».

Intelligenza artificiale (Foto di Gerd Altmann da Pixabay)

«Ho iniziato a scrivere una sera che non avevo voglia di guardare la tv, e sul mio divano ho scritto di un tizio che inseguiva Maura, la mia eroina. Maura rappresenta l’emblema dell’uomo comune inseguito da fatti che ignora e, nel suo caso, è l’intelligenza artificiale che la nasconde contro la sua volontà e contemporaneamente la protegge senza che lei lo sappia. Quindi l’intelligenza artificiale pervade ogni aspetto della nostra vita, della nostra giornata e nel romanzo promette, addirittura, di sapere interpretare le emozioni. C’è un passo nel romanzo che dice che chi saprà interpretare le emozioni avrà potere sugli altri, perché legherà le persone che si sentiranno comprese e queste difficilmente tradiranno. Ma sarà un bene? Insomma, quella sera sul mio divano, dopo aver malamente scritto dell’inseguimento di Maura sono andato a letto più sereno e ho trascorso la giornata successiva aspettando che giungesse la sera per riprendere a scrivere».

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