Ancona-Osimo

Carabinieri TPC di Ancona, 35mila beni recuperati e 123 denunce per salvare l’arte

Sono stati apposti i sigilli a due musei privati a Spello e Gagliole dove erano esposti beni paleontologici di natura illegale

ANCONA – Quasi 35mila beni antiquariali, archivistici, librari, paleontologici e archeologici recuperati per un valore stimato di alcuni milioni di euro. Nelle complesse attività di indagine condotte dai Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Ancona sono state individuate e denunciate 123 persone (di cui 27 per reati a danni del paesaggio). Un anno di indagini per salvare l’arte, di cui gli specialisti del Tpc – sotto il coordinamento del comandante, Maggiore Mattia Ivano Losciale – tracciano un bilancio. Andiamo ai numeri: sui complessivi 34.729 beni recuperati, 461 sono antiquariali, archivistici e librari; 2.267 sono reperti archeologici tra cui 1.415 interi, 72 frammenti e 780 pezzi di numismatica archeologica. I reperti paleontologici sono invece 32.001. Si tratta di beni culturali illecitamente sottratti e recuperati grazie a un’azione sinergica tra il Tpc, la preziosa collaborazione dell’Arma Territoriale con le Stazioni capillarmente presenti sul territorio, nonché di altri reparti dell’Arma. Fondamentale strumento di supporto e di analisi, si è dimostrata, ancora una volta, la Banca Dati dei Beni Culturali Illecitamente Sottratti, la più grande banca dati di opere d’arte da ricercare al mondo, gestita dal Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale.

Le operazioni più importanti

Tra le attività repressive, l’operazione “Ammoniti” condotta tra le province di Macerata, Ancona e Perugia, che ha permesso di debellare un sodalizio criminoso, ritenuto responsabile dei reati di “scavi archeologici non autorizzati”, “furto e riciclaggio di beni archeologici e paleontologici”. Le indagini – condotte tra Castelraimondo, Gagliole, Cerreto d’Esi, Fabriano e Spello – hanno consentito di sequestrare oltre 30.000 reperti paleontologici, circa 1.000 reperti archeologici, oltre ad altri beni culturali di natura libraria, tutti ritenuti di provenienza illecita. Sono stati apposti i sigilli a ben due musei privati, uno di Spello e l’altro di Gagliole, contenenti anch’essi beni paleontologici ritenuti di natura illegale. Nove le persone denunciate all’Autorità giudiziaria. Oltre al danno meramente patrimoniale, e alla deturpazione irrazionale del sottosuolo, questi reati predatori vanno a ledere una dimensione molto più importante del territorio che colpiscono, cioè depredano il luogo saccheggiato da quelle che sono le testimonianze, storiche e scientifiche, identitarie di quel contesto, facendone perdere, con la successiva immissione sul mercato clandestino, definitivamente le tracce. Inoltre, un’altra importante indagine ha permesso di accertare che all’interno di una abitazione privata di un cittadino di Fano era presente una collezione archeologica composta da 9 epigrafi provenienti dalla zona di Roma, che è stata sequestrata. L’attività, cui ha collaborato la Soprintendenza, ha permesso di individuare che le epigrafi sequestrate provenivano dall’area archeologica di Ostia Antica da dove erano scomparse dopo il 1940. Circostanza appurata tramite una pubblicazione edita nell’anno 1953. Tutte le epigrafi sono state restituite e ricollocate all’interno dell’area del Parco Archeologico di Ostia Antica.

L’attività preventiva e di controllo

Fondamentale è l’attività di prevenzione e di controllo svolta in maniera costante dai Carabinieri del Tpc. In particolare, nel corso del 2022 sono stati eseguiti 78 controlli su aree archeologiche; 132 su aree paesaggistiche: 140 controlli di esercizi antiquariali e 28 controlli alle fiere e mercati dell’antiquariato.
Dall’analisi dei dati si è registrato un aumento dei furti di beni culturali – rispetto all’anno 2021 (specialmente nei luoghi di culto) – a cui, però, è stata data un’adeguata risposta in termini repressivi con l’individuazione degli autori e il recupero dei beni illecitamente sottratti.

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