«Disponibile a qualsiasi tipo di confronto che, anzi, sarebbe da avviare al più presto tra tutte le parti interessate. Sempre convinto del pieno diritto che appartiene anche ai detenuti di ricevere le cure necessarie, il supporto e il sostegno per il loro futuro reinserimento nella società». Così il garante Giancarlo Giulianelli aprendo la conferenza stampa organizzata questa mattina, 17 gennaio, per fare il punto sulla situazione degli istituti penitenziari marchigiani, anche alla luce delle tensioni e del suicidio di un giovane detenuto, che negli ultimi giorni hanno interessato la Casa circondariale di Montacuto.
Che prosegue: «Ritengo che ad oggi – sottolinea Giulianelli – sia opportuno ribadire alcune questioni di fondo che in questi anni ho più volte posto al centro dell’attenzione, frutto anche delle risultanze della nostra costante azione di monitoraggio».
Il garante le rinnova tutte, a partire dal sovraffollamento che interessa, ciclicamente, soprattutto gli istituti di Villa Fastiggi a Pesaro e Montacuto ad Ancona, dalla carenza di personale in tutti i settori, dalle criticità strutturali fino ai problemi legati alla sanità, su cui pesa inevitabilmente anche un’evoluzione del tipo di patologie con particolare riferimento a quelle psichiatriche.
«Strutture inadeguate? L’abbiamo detto a chiare lettere – specifica Giulianelli – che quelle esistenti avrebbero bisogno di interventi sostanziali e che almeno una, quella di Fermo, andrebbe definitivamente chiusa visto che è inidonea ad ospitare un carcere. Come abbiamo aggiunto che la chiusura, dopo il terremoto, della struttura di Camerino rende ormai necessaria la messa in essere di un nuovo istituto in provincia di Macerata. Carenza di personale? È sotto gli occhi di tutti, la Polizia penitenziaria lo ricorda ogni giorno anche sull’onda del sovraffollamento e sulla sanità la nota è ancora più dolente».
Per quest’ultimo aspetto il Garante parte dall’alto specificando di nuovo come l’esperienza acquisita negli ultimi anni dimostri ormai che «sarebbe opportuno il ritorno al vecchio sistema, che poneva la sanità carceraria in capo al Ministero e non alle Regioni. Le carenze e le disfunzioni sono evidenti anche per quanto riguarda l’ordinaria gestione del settore». E chiarisce che «l’aumento, poi, delle patologie psichiatriche e delle tossicodipendenze rende improcrastinabile un intervento deciso in termini di personale e strutture da attivare. Una sola Rems per le Marche, con una ventina di posti a disposizione, non basta più, non è più in grado di assorbire tutte le richieste. Ne andrebbe attivata almeno un’altra, magari da creare all’interno di un istituto con un adeguato supporto di personale specifico. Per quanto riguarda le tossicodipendenze va previsto, senza dubbio, un potenziamento del Sert».
Su tutto Giulianelli pone poi la questione legata all’applicazione, ove ci siano le condizioni, delle misure alternative, che permetterebbe un decongestionamento delle strutture. «Il garante – spiega – non ha ovviamente possibilità di porre soluzione concreta a queste problematiche, se non per quanto riguarda il fatto di farle emergere e renderle oggetto di confronto. L’Autorità di garanzia monitora, parla con i detenuti, accoglie le segnalazioni e le richieste che le vengono sottoposte, verificando le situazioni e cercando di fornire risposte adeguate. Questa è la sua funzione, che viene svolta quotidianamente attraverso un’interlocuzione continua, il lavoro degli uffici deputati, la progettazione delle attività trattamentali che hanno un ruolo importante nella vita di detenuti. Ne abbiamo sostenute diverse già esistenti, ne abbiamo proposte di nuove, altre ancora ne verranno attivate per il nuovo anno, perché anche in questa direzione il nostro lavoro continua».
Sulla morte del giovane detenuto a Montacuto Giulianelli specifica che «se avessimo avuto una segnalazione specifica, forse sarebbe stato possibile fare qualcosa. Resta la tragedia e la necessità di chiarire cosa realmente sia accaduto. La Procura della Repubblica di Ancona, come noto, ha aperto un fascicolo e siamo fiduciosi che la giustizia faccia il suo corso. Non mancheremo, comunque, di continuare ad attenzionare la situazione. Convinti che lo si debba fare ogni giorno e non con uscite sporadiche solo quando accade una tragedia«.
Carceri Marche, i dati
Al 31 dicembre 2023, come si evince dal report mensile del Ministero di Giustizia, erano complessivamente 919 (311 stranieri e 24 donne) i detenuti presenti nei sei istituti penitenziari delle Marche, per una capienza di 837 unità. Di questi, 703 con condanna definitiva, 136 in attesa di primo giudizio, 80 con condanna non definitiva (41 appellanti, 26 ricorrenti, 13 misti), 41 in semilibertà (di cui 8 stranieri)
Andando ad un esame per singola struttura, partendo dai due istituti del capoluogo regionale, a Montacuto le presenze erano pari a 332 unità (116 stranieri) su una capienza regolamentare di 256, mentre a Barcaglione erano 91 (37) su 100 posti disponibili. Per quanto riguarda Marino del Tronto di Ascoli Piceno i detenuti ospitati erano 104 (24) su 103, a Fermo 50 (20) su 43, a Villa Fastiggi di Pesaro 255 (112 stranieri e 24 donne) su una capienza di 153.
Infine, Fossombrone con 87 detenuti di cui 2 stranieri per 182 posti disponibili, ma va sempre considerato il reparto chiuso per ristrutturazione. Dati che sostanzialmente vanno a confermare il sovraffollamento soprattutto a Villa Fastiggi e Montacuto.