ANCONA – Nelle carceri delle Marche il tasso medio di sovraffollamento sfiora il 120% (119,8%), un dato superiore a quello medio nazionale, e una presenza media di stranieri pari al 35,65%: una media del 65,36% dei detenuti ha ricevuto una condanna definitiva. È la fotografia scattata dal 19° rapporto sulle condizioni della detenzione dell’associazione Antigone. Tra i penitenziari più affollati figura il carcere di Fermo (134,15%), seguito dalla Casa Circondariale di Montacuto di Ancona (122,57%) e da Villa Fastiggi (116,99%) a Pesaro.
Nota dolente, oltre al sovraffollamento, la carenza di personale: la percentuale media di copertura della pianta organica della polizia penitenziaria è del 75,27% (media di detenuti/agenti 1,81), mentre quella degli educatori è del 51,9%. Nel carcere di Montacuto ogni agente ha quasi tre detenuti (2,92) mentre ogni educatore ha 105 detenuti.
Guardando al dato relativo alle condizioni di salute il 22,08% dei detenuti ha una diagnosi di patologia psichiatrica grave (il dato più elevato a Villa Fastiggi – 22,35%), il 21,64% assume farmaci stabilizzanti dell’umore, antipsicotici, antidepressivi (il numero maggiore a Montacuto – 32,73%), mentre il 17,18% assume sedativi o ipnotici. Due i trattamenti sanitari obbligatori eseguiti nel 2022. Il 30,64% dei detenuti è tossicodipendente, il dato più elevato si riscontra nel Fermano (38,18%).
Ancora nel 2022, ogni 100 detenuti 43,64 nel fermano hanno manifestato gesti di autolesionismo, 39,66 a Villa Fastiggi e 14,6 a Montacuto. Una media di 4,23 ogni 100 reclusi ha tentato il suicidio, mentre 3,21 ha aggredito agenti di polizia penitenziaria e 13,49 ha aggredito altri detenuti. Infine, le persone che lavorano in carcere sono mediamente il 29%, il 4% lavora all’esterno e il 13% partecipa a corsi scolastici.
«Da tempo ribadiamo le criticità esistenti nelle carceri marchigiane – dice Francesco Patruno, segretario regionale Cgil della Polizia penitenziaria – dalla grave carenza di personale alla gestione dei detenuti con problematiche sanitarie. Situazioni che comportano per gli agenti un crescente carico di lavoro che grava sul poco personale presente. Più volte abbiamo chiesto più assunzioni e più tutele, non solo per gli agenti, ma anche per gli educatori che lavorano nelle strutture».
Il sindacalista evidenzia che «si sono verificate aggressioni non solo a carico degli agenti ma anche dei volontari, che sono pochi e sommersi di lavoro. Servono nuove assunzioni di agenti di polizia penitenziaria e di educatori: ogni poliziotto ed ogni educatore si ritrova a dover gestire molti più detenuti di quanto dovrebbe con carichi di lavoro sempre più eccessivi, che non consento di far fronte a tutte le richieste che arrivano dai detenuti».