ANCONA – Il caro bollette tiene con il fiato sospeso imprese, commercianti e famiglie. Se il clima mite con temperature sopra la media finora ha dato una mano, permettendo di non accendere i riscaldamenti nelle case, negli uffici e negli esercizi commerciali, ben diversa è la situazione delle aziende energivore che hanno già toccato con mano, in bolletta, l’entità dei rincari energetici record.
Le associazioni di categoria già da tempo lanciano l’allarme. Confcommercio nell’analisi comparativa realizzata con Nomisma, ha evidenziato che in Italia la spesa elettrica è più alta del 27% rispetto alla Spagna e del 70% rispetto alla Francia. Un vero e proprio salasso che rischia di far chiudere moltissime attività, creando una scia di disoccupazione. L’associazione ha lanciato a livello nazionale una campagna social ‘#SOSbollette – Non spegneteci!” con cui sollecita la proroga della fine del mercato tutelato per le imprese.
Nei giorni scorsi il nuovo governo ha annunciato 21 miliardi per il contrasto al caro energia, nella Nadef (nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza) che potrebbe arrivare a 30miliardi fino a tutto il prossimo anno e ha dato anche il suo ok a nuove concessioni per aumentare l’estrazione di gas tramite trivelle nell’Adriatico, concedendo anche nuove concessioni e chiedendo ai concessionari di mettere a disposizione da gennaio 1-2 miliardi di metri cubi di gas da destinare alle aziende energivore a prezzo calmierato.
«Il governo sta rispondendo velocemente – dice Massimiliano Polacco, direttore Confcommercio Marche Centrali -, sono soluzioni che chiedevamo già in primavera e che ci ritroviamo adesso, meglio tardi che mai». Tra le riforme annunciate dal governo Meloni, anche quella al reddito di cittadinanza che si potrebbe perdere con un solo rifiuto ad una proposta di lavoro. Secondo Polacco si tratta di un cambiamento che «va gestito in un quadro più ampio di riforma del mercato del lavoro, puntando in particolar modo sul miglioramento della comunicazione tra domanda e offerta del lavoro, che ad oggi presenta un preoccupante gap».
Cna ha lanciato a livello nazionale una campagna con cui chiede di puntare sul fotovoltaico per abbattere i rincari energetici. «I tetti dei capannoni delle imprese si prestano ad essere utilizzati per l’installazione dei pannelli fotovoltaici – dice Massimiliano Santini, direttore Cna Ancona – . Oggi il problema non è più quello di scegliere il fornitore di energia, ma è strutturale e trasversale. Occorre usare al meglio le risorse energetiche che abbiamo a disposizione».
L’associazione di categoria punta sulle comunità energetiche rinnovabili con il coinvolgimento dei comuni e della Regione che ha già varato una legge a riguardo, che Cna chiede di allargare, agevolando l’accesso delle imprese alle Cer (comunità energetiche rinnovabili). «Dalle aziende arriva una grandissima richiesta di accesso al fotovoltaico, ma i tempi sono ancora troppo lunghi» spiega Santini.
Complesso trovare subito una azienda, perché data l’elevata mole di richieste la maggior parte sono oberate, e anche quando la si trova «per mettere in funzione i pannelli servono almeno 7-8 mesi». Le attività però sono alla disperazione e «chiedono segnali concreti in tempi rapidi» spiega. Sula riforma del reddito di cittadinanza invece secondo Santini occorre «promuovere politiche attive del lavoro». piuttosto che dare sussidi: «Invitare le persone a sedersi è sbagliato – dice – nella nostra esperienza abbiamo rilevato che alcuni di quelli che hanno percepito sussidi hanno messo a frutto le loro competenze nel mercato del ‘nero’».