Con la crisi energetica è corsa all’accaparramento della legna e del pellet. Le bollette stratosferiche dell’energia elettrica e del metano, stanno spingendo chi ha un camino o una stufa in casa a voler sfruttare questa alternativa al riscaldamento a gas in vista di un inverno che non si prospetta semplice vista la corsa al rialzo dei prezzi. Ma a crescere è anche il prezzo del pellet e della legna da ardere.
Se l’anno scorso un sacchetto di pellet veniva venduto a 5,40 euro, quest’anno costa 10 euro, il prezzo è praticamente quasi raddoppiato, ci racconta Massimo Ripanti, di Ripanti Edilizia (Ancona). I rincari interessano anche il legname: «L’anno scorso un bancale di legna (10 quintal circa) lo vendevamo a 190 euro – spiega – quest’anno lo vendiamo a 270 euro perché i prezzi hanno subìto un aumento anche per noi e oltretutto sia il pellet che la legna sono introvabili».
Ripanti spiega che ci sono difficoltà nelle consegne dall’estero: «L’anno scorso i nostri fornitori ci consegnavano quattro autotreni l’anno di pellet proveniente da Austria, Croazia, Slovenia, quest’anno invece abbiamo avuto solo 22 bancali e a prezzi molti più elevati rispetto al passato».
Prezzi destinati a crescere ulteriormente tanto che «il prossimo pellet che potrebbe arrivare, se arriverà, costerò ancora di più, e potrebbe arrivare anche intorno ai 12 euro al sacco. La legna – prosegue – faggio, la prendiamo in Croazia e Slovenia ma se l’anno scorso avevamo 8-10 autotreni l’anno, quest’anno ne abbiamo avuti solo 3, perché la Croazia ha chiuso le frontiere fino al 30 settembre e cosa accadrà dal primo ottobre ancora non lo sappiamo».
Le scarse consegne e la corsa all’accaparramento hanno fatto terminare le scorte sia del pellet che del legname. «Non abbiamo più pellet e legna da vendere e non prendiamo più ordinazioni – dice – perché non sappiamo se arriveranno e quando arriveranno le nuove consegne». ll caro bollette ha spinto molti anche ad acquistare stufe e camini per le propre abitazioni nella speranza di risparmiare e le vendite di questi articoli sono cresciute «tra il 50 e il 60% rispetto all’anno scorso». Ad andare a ruba sono soprattutto stufe e camini a legna.