ANCONA – Farmacia del Piano protesta per i mancati pagamenti dell’Area Vasta 2 e appende un cartello sulla vetrina con tanto di nome e cognome della dirigente ritenendola responsabile della lentezza burocratica regionale. A mezzogiorno il pagamento viene sbloccato.
Succede in piazza Ugo Bassi, a due passi dal capolinea dei bus, nel punto nevralgico del commercio del Piano, con centinaia di pedoni in transito ogni giorno che incuriositi si sono fermati a leggere quel poster che prende quasi tutta la vetrata. «Gentili clienti – riporta il grande foglio bianco – io, dottor Roberto Catanzaro, vi comunico di poter fornire da oggi farmaci ed altri prodotti solo presenti a magazzino. La causa di questa forzata interruzione ha un nome ed un cognome».
Il cartello indica le generalità della dipendente ritenuta responsabile dal farmacista, e spiega che il pagamento riguarda i crediti che la sua attività deve avere sotto forma di rimborso per i medicinali presi con le ricette e a costo zero per il cliente perché a carico del sistema sanitario pubblico. Crediti non corrisposti dal maggio scorso.
«Questa mattina – spiega Catanzaro, intervistato da Centropagina – poco prima di mezzogiorno è stato comunicato via mail ai miei avvocati che la dirigente ha provveduto a sbloccare il pagamento. Fino a quando non vedrò il bonifico però non toglierò il cartello». Il poster è affisso da martedì (anche se la data scritta riportata in alto a sinistra, prima del testo, è del giorno antecedente, quando è stato preparato), e in tanti lo hanno visto questi giorni. Questa mattina però è stata informata anche l’Area Vasta 2. «Ci dispiace molto che si è arrivati a tanto – commenta il direttore generale dell’Area Vasta 2 Maurizio Bevilacqua – la colpa non è mai di un dipendente solo, ammesso che ci sia qualcosa che sia stato sbagliato. Farò fare una ricerca per capire i motivi del ritardo dei rimborsi. Nel frattempo mi è stato assicurato che il pagamento verrà effettuato in giornata».
Catanzaro ha la farmacia dal 2003, l’ultima farmacia della città della ditta Russi, il primo stabilimento chimico e farmaceutico che ha segnato l’esordio dell’industria farmaceutica marchigiana. «Attualmente siamo in concordato preventivo – spiega il farmacista – per evitare il fallimento. Questo dal 20 aprile scorso. La farmacia infatti verrà venduta. Prima di allora però rimaniamo aperti e stiamo proseguendo l’attività, dal 20 aprile in poi, come una farmacia sana. E’ quello che dice la legge per questo, di fronte ai ritardi di pagamento riscontrati, ho messo il cartello. Sono stato costretto, volevo avvisare la clientela che non dipendeva dal nostro servizio se alcuni farmaci non erano disponibili. Noi facciamo ordini giornalieri oltre ad un rifornimento base e per farlo abbiamo bisogno di incassare i crediti che ci deve il servizio sanitario pubblico altrimenti non possiamo fare altri ordini».
Tramite gli avvocati il farmacista spiega di aver sollecitato più volte la dirigente citata ad effettuare i pagamenti. «Ci veniva risposto che la materia del rimborso non era chiara. Abbiamo atteso quattro mesi affinché trovasse una soluzione ai suoi dubbi». Centropagina ha provato a rintracciare la dipendente per conoscere la sua versione dei fatti ma questa mattina non era reperibile ai recapiti telefonici del suo ufficio.